giovedì 22 febbraio 2007

GOVERNO: SCOTTO (ULIVO), CADUTO SOTTO I COLPI DI UN INEDITO CONNUBIO = ROSSI E TURIGLIATTO? VITTIME DELLA FIERA DELLE VANITA'


Roma, 22 feb. (Adnkronos) - Un vecchio parlamentare che da 60 anni frequesta le stanze del potere e ne conosce tutti i segreti, un ex presidente dell'associazione degli industriali tirato per la giacca da destra e sinistra e due parlamentari 'rivoluzionari' che, per le imprevedibili congiunzioni della politica, si ritrovano insieme e
fanno cadere il governo. Non e' la trama di un giallo a sfondo politico, ma l'aspetto 'curioso' del voto che ha affondato ieri il governo Prodi. L'osservazione appartiene a Arturo Scotto, classe 1978, deputato dei Ds eletto in Campania, che oltre a sedere per la prima
volta alla Camera si puo' fregiare del titolo simbolico di piu' giovane parlamentare della legislatura. "Oggi c'e' tanta rabbia nel pensare che un governo, tornato protagonista in Europa anche grazie alla sua politica estera, sia caduto in questo modo", esordisce
Scotto. "E' sbagliato dire che la colpa e' della sinistra radicale che, invece, ha 'tenuto' benissimo. La colpa e' dei singoli: la beffa di Andreotti... un senatore a vita tirato da una parte e dell'altra e due senatori che continuano a pensare come se fossimo agli inizi del
novecento. Sara' banale o eccessivamente esemplificativo, ma io credo che la sovraesposizione di queste settimane che descriveva Rossi e Turigliatto come due dissidenti irriducibili, abbia giocato la sua parte. Il protagonismo poi ha fatto il resto... Siamo alla fiera della
vanita' giocata sulla spalle dei cittadini e degli elettori che ci hanno votato. Per me e' bene che si dimettano -aggiunge Scotto riferendosi a Rossi e Turigliatto- via dal Parlamento perche' fanno solo del male alla sinistra e al governo, visto che hanno rimesso in gioco la destra e ora rischiamo pure di vederla tornare al governo". (segue) (Adnkronos) - I retroscena di oggi parlano di un Romano Prodi 'irritato' con D'Alema, a cui verrebbe attribuita la responsabilita' di aver forzato un po' troppo i toni nei confronti della Cdl. "I toni
di D'Alema -commenta Scotto- sono stati quelli di sempre, ne' piu' aspri ne' piu' morbidi. Non gli darei troppa importanza, non credo proprio che il governo sia caduto per questo motivo. La maggioranza e'venuta a mancare a causa di deliberate e motivate scelte individuali. Nessun complotto, solo che al Senato la maggioranza e' estremamente fragile, anzi non c'e' proprio"."Prodi deve proseguire. Si ripresentera' alle Camere chiedendo la fiducia. Continuera' ballando sull'orlo del burrone. Non credo tanto alla possibilita' di allargare la maggioranza. E poi a chi
dovrebbe essere allargata? E a quale prezzo? Non sono contrario ma ho i miei dubbi che ci si possa riuscire. Quella che va evitata a tutti i costi e' la fine del bipolarismo. Le tentazioni neocentriste sono
uscite allo scoperto e la 'firma' di Andreotti sul voto di ieri al Senato secondo me va oltre l'aspetto contingente della vicenda. Ai due rivoluzionari che hanno affondato il governo, voglio invece ricordare che adesso il rischio di uno spostamento a destra non e' una cosa campata in aria. E tra i primi provvedimenti a scomparire dall'agenda
dell'Unione -ammonisce Scotto- potrebbero esserci i Dico e non mi stupirei se ci fosse anche una bella sterzata sulla politica estera e l'economia".

Nessun commento: