lunedì 30 aprile 2007

SINISTRA FORTE E COESA CONTRO PROSPETTIVE NEOCENTRISTE

''Dobbiamo ribellarci a una sinistra che e' da un lato un grumo di correnti in un partito spostato al centro e dall'altra un grumo di partiti sparpagliati''.


(ANSA) - ROMA, 29 APR - ''Dobbiamo ribellarci a una sinistra che e' da un lato un grumo di correnti in un partito spostato al centro e dall'altra un grumo di partiti sparpagliati''. Lo ha detto Fabio Mussi all'assemblea nazionale di 'Uniti a sinistra'. Il ministro della Ricerca e' poi intervenuto sia sulla prospettiva immediata, che su quella del dopo legislatura. ''In questa legislatura - ha osservato - e' necessario lavorare a una sinistra che si unifica per garantire che l'asse della maggioranza e del governo stia al posto giusto''. Dall'altro lato e' necessario, secondo l'ex leader del correntone Ds, lavorare sulla lunga distanza. ''Mi ha colpito - ha spiegato Mussi - la sincerita' di Marini al congresso della Margherita, concetti poi ripresi da Rutelli. Non sospetto che ora si voglia fare un ribaltone, ma il mondo non si esaurisce in questa legislatura e per la prossima Marini dice che ci saranno mani libere per la maggioranza''. ''Questo vuol dire - si e' chiesto Mussi - che si pensa a soluzioni neocentriste, a un allargamento all'Udc?''. ''Per evitare questo - ha aggiunto - serve una sinistra sufficientemente forte e coesa, per scongiurare il rischio dell'apertura di nuove prospettive neo-centriste''. Intanto, comunque, ha concluso Mussi, ''dobbiamo smontare alcune pericolosissime macchine ideologiche, ribaltare i luoghi comuni'', a partire da quello ''delle due sinistre'', moderata e radicale.(ANSA).

MUSSI: UNITA' A SINISTRA PER GOVERNARE CON PD

Creiamo un Movimento perchè è fluido e provvisorio

Roma, 29 apr. (Apcom) - L'obiettivo del processo di unificazione della sinistra è "governare insieme al Partito democratico" e sventare "le tentazioni neocentriste" che emergono in Ds e Dl. Fabio Mussi, leader dell'ex correntone che ha lasciato la Quercia, a margine dell'Assemblea di Uniti a Sinistra, parla del processo in corso tra le varie anime a sinistra del Pd sottolineando come "la manifestazione del 5 maggio" che sancirà la nascita del Movimento della Sinistra democratica e del Socialismo europeo "sarà molto affollata di gente che si aspettauna novità a sinistra". Inoltre Mussi spiega perchè insieme ad Angius e ai compagni della minoranza che hanno lasciato i Ds hanno scelto di dar vita ad un Movimento: "Il movimento è fluido, aperto e soprattutto provvisorio. Ieri sono stato male interpretato perchè avevo detto che siamo viaggiatori leggeri, non liberi. Insomma era una citazione di Italo Calvino - ha precisato ironizzando - non di Alpitour".

COMUNICATO STAMPA

Una fase costituente che sancisca la nascita di un nuovo partito della sinistra che, superando le divisioni esistenti tra PRC, PDCI, VERDI e sinistra DS, assicuri un solido riferimento unitario per le classi sociali storicamente ancorate al mondo del lavoro, alla difesa dell’ambiente e ai valori della pace. E’ di questo che si discuterà a Salice Salentino (LE), giovedì 3 maggio 2007 con inizio alle 19.30, nel Centro Parrocchiale “Don Mario Melendugno”, in un incontro promosso dalle locali sezioni di Rifondazione Comunista, dei Comunisti Italiani e dalla Sinistra DS.


Partecipano:

− Giovanni Bosco, segretario del Partito della Rifondazione Comunista;
− Franco Mogavero, segretario del Partito dei Comunisti Italiani;
− Emanuele Fina, rappresentante della Sinistra DS;
− Danilo Caraccio, moderatore.

APPELLO DI FABIO MUSSI E GAVINO ANGIUS

La scomparsa dei Ds pone l’esigenza di ripensare tutta la sinistra italiana

Abbiamo condotto la battaglia congressuale all’interno dei Democratici di Sinistra da posizioni diverse. Ora ci troviamo insieme per affermare la necessità storica che anche in Italia, oggi e domani, sia presente un’autonoma forza democratica e socialista, laica, riformista e ambientalista parte integrante del Pse. Di governo.

Le idealità e i valori del socialismo moderno, aperto alle nuove culture, danno forza all'Europa e a quanti non si rassegnano alla ineluttabilità della guerra, e non accettano così profonde disuguaglianze del mondo contemporaneo, messo a rischio di sopravvivenza dalla devastazione ambientale e dai cambiamenti climatici, indotti dall’attuale modello di globalizzazione e di sviluppo. CONTINUA

domenica 29 aprile 2007

Una alternativa socialista al PD

Dibattito a sinistra. Occorre saper coniugare il percorso riformatore ad una tensione utopica, che rimane irrinunciabile, pena lo scadere in una asettica "governabilità" che è stata sempre la morte di ogni politica realmente riformatrice

La nascita del Partito Democratico tra i tanti problemi che ha aperto, ha avuto se non altro il merito di imporre una accelerazione alla creazione di una nuova soggettività a sinistra che possa raccogliere tutta la frammentazione politica che promana dalle culture socialista, comunista, laica, ambientalista, libertaria.
Va detto con chiarezza: è giunto il momento di superare definitivamente la frattura politica e culturale operata nel secolo scorso con la scissione di Livorno del 1921. Questo deve essere il punto di partenza per la ricostruzione di una identità politica riformatrice che non può che avere nel socialismo europeo e internazionale il suo faro politico. CONTINUA

Ripensamenti

Segnalato da
Alessio Pepe.

(Autore: Staino)

sabato 28 aprile 2007

ANDARE AVANTI, MA COME?

Segnalato da
Alessio Pepe.

(Autore: Giannelli)

Un appello di Mussi e Angius «Verso la Sinistra Democratica»

Il 5 maggio l'assemblea costituente

«Abbiamo condotto la battaglia congressuale all'interno dei Democratici di Sinistra da posizioni diverse. Ora ci troviamo insieme per affermare la necessità storica che anche in Italia, oggi e domani, sia presente un'autonoma forza democratica e socialista, laica, riformista e ambientalista parte integrante del Pse. Di governo».

Lo scrivono in un appello congiunto Fabio Mussi e Gavino Angius dopo il recente abbandono dei Ds. «Le idealità e i valori del socialismo moderno, aperto alle nuove culture, danno forza all'Europa e a quanti non si rassegnano alla ineluttabilità della guerra, e non accettano così profonde disuguaglianze del mondo contemporaneo, messo a rischio di sopravvivenza - scrivono Mussi e Angius - dalla devastazione ambientale e dai cambiamenti climatici, indotti dall'attuale modello di globalizzazione e di sviluppo». Per i due «L'Italia ha bisogno di una grande rigenerazione morale, politica, sociale, culturale e civile. CONTINUA

Diliberto: «Uniamoci sinistra»

Sulle note dell'Inno di Mameli, seguito alle note dell'Internazionale che tutti i congressisti cantano con il pugno levato in alto, e poi l'Inno dei Lavoratori, si sono aperti i lavori del quarto congresso nazionale del Partito dei Comunisti Italiani al Palacongressi della riviera di Rimini che si concluderanno domenica 29 aprile. «Vi è un ultimo adempimento per chi come me ha l'onore e l'onere di aprire il congresso con la relazione - introduce Oliviero Diliberto - Ed è un adempimento, tutt'altro che formale, che svolgo volentieri e di cuore. Sarebbe infatti stolto e ingeneroso che noi non sottolineassimo che questo Congresso nazionale è il primo che teniamo senza la presenza, per sua scelta, di un compagno al quale tutti noi, ed io in particolare, dobbiamo moltissimo». Così il segretario del Pdci, aprendo il congresso ricorda Armando Cossutta: «questo compagno - dice - ha scelto di lasciare il nostro partito e non gli lesina certo aspre critiche». CONTINUA

venerdì 27 aprile 2007

OMBRE E MANICHINI

Segnalato da Alessio Pepe.
(Autore: Vauro)

mercoledì 25 aprile 2007

GESTAZIONE

Segnalato da Alessio Pepe.
Fonte "L'Unità".

25 APRILE......

Salivo e scendevo le mie montagne,
non più con il latte e le pecore
ma con il fucile.
Mi avevano detto andiamo a difendere la libertà;
gli ho creduto e senza cercare di capire
cosa fosse, sono partito.
Ho visto le mie montagne
colorarsi di rosso,
ho confuso passione sangue e bandiere;
ma ho vissuto.
Ho sentito le donne che hanno accolto i miei compagni,
urlavano e piangevano di gioia,
siamo liberi, siamo liberi dicevano...
sarà vero mi dicevo?
Non conoscevo la libertà,
l'ho sposata e ci ho fatto l'amore
sulle mie montagne,
io, che venivo dalla pianura.
Ora credo nel sogno
di un mondo migliore
oggi che libertà non è più un sogno
ma vive acccanto a noi;
impressa nel mio sangue
che prima di scendere dalle montagne
scorreva leggero tra le pietre
che non erano mie.
Ora che siamo un unico,
grido tra queste rocce
il nome della donna che ho amato.
Per lei e per il figlio che non saprò mai di avere
ho imparrato a coniugare,
con i miei compagni;
la forza e la leggerezza
della parola LIBERTA'.

Luigi Bray (Segretario Sezione Ds Martignano)

martedì 24 aprile 2007

VIGNETTA DEL GIORNO

Segnalato da Alessio Pepe. Fonte "L'Unità".

A TUTTI I COMPAGNI

DA GIGI SPEDICATO

…Gli dissi che mi sentivo indegno; forse sarebbe stato meglio che me andassi a casa, per tornare un’altra volta quando fossi stato più forte.

“State dicendo delle assurdità” scattò. “Un guerriero accetta la sua parte, qualunque possa essere, e la accetta in assoluta umiltà. Accetta in umiltà ciò che egli è, e non ne fa motivo di rimpianto ma di sfida.

“Ciascuno di noi ha bisogno di tempo per capire questo concetto e riuscire a viverlo pienamente. Io, per esempio, odiavo anche solo sentir pronunciare la parola umiltà. Sono un indio, e noi indios siamo sempre stati umili, non abbiamo mai fatto altro che abbassare la testa. Pensavo che l’umiltà non fosse adatta al guerriero. Mi sbagliavo! Adesso so che l’umiltà del guerriero non è l’umiltà del mendicante. Il guerriero non abbassa la testa dinanzi a nessuno, ma nello stesso tempo non permette a nessuno di abbassare la testa dinnanzi a lui. Il mendicante, invece, si butta in ginocchio e si umilia davanti a chiunque giudichi superiore, ma nello stesso tempo pretende che chiunque gli sia inferiore si umilii davanti a lui.

“Per questo vi ho detto prima che non posso sapere quel che sembra bene a un maestro. Io conosco soltanto l’umiltà del guerriero, e questa non mi permetterà mai di schiavizzare qualcuno.” (pp. 49-50)


Carlos Castaneda, L’isola del Tonal

ANGIUS: LA MIA UNA SCELTA COERENTE

Ecco le linee essenziali della lettera che il senatore Gavino Angius ha inviato al segretario nazionale dei Ds, Piero Fassino, per annunciare la sua non adesione alla costruzione del Partito Democratico:

«Nel mio intervento al Congresso ho detto che avrei atteso la conclusione delle assise dei Ds e della Margherita per trarre le mie conclusioni sulla nascita del nuovo partito. Con il dispositivo votato simultaneamente dai due Congressi, che è ciò che davvero conta, quello dei Ds e quello dei Dl, si «assume il Manifesto dei saggi di Orvieto come orizzonte ideale e punto di riferimento in relazione ai contenuti politici, culturali e programmatici».

Questo implica, come È scritto sul Manifesto, anche la non appartenenza del nuovo partito alla più grande casa del riformismo europeo, il Pse. I punti fermi della nostra proposta politica erano: appartenenza al Pse, laicità, garanzia di una fase costituente aperta e non chiusa ai soli Ds e Margherita. Il dibattito congressuale ed il dispositivo inclusivo non hanno dato alcuna risposta politica concreta. CONTINUA

APPUNTAMENTI PER LA SINISTRA DS

ATTIVO DELL'AREA MUSSI
GIOVEDI' 26 APRILE
BARI, HOTEL EXELSIOR, VIA G. PETRONI, H. 16.30.


ASSEMBLEA NAZIONALE DEI DELEGATI
SABATO 28 APRILE
ROMA, HOTEL QUIRINALE, VIA NAZIONALE, H. 9.30 - 15.00.


MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI TUTTA LA SINISTRA DS
SABATO 5 MAGGIO, ROMA.

lunedì 23 aprile 2007

NUOVA STRADA ANCHE A SINISTRA

Berlinguer: «Ora si apre una nuova strada anche a sinistra»
di Bruno Gravagnuolo, (L'Unità)

«Turbato, ma non rassegnato». Così, nel momento del distacco dai Ds si autodefinisce Giovanni Berlinguer, 83 anni, già dirigente storico del Pci, candidato segretario al Congresso di Pesaro del 2001, e oggi eurodeputato Ds nel gruppo del Pse. Tutta una vita in quel partito e una storia mai interrotta, nemmeno dopo il 1989, con la nascita del Pds. Ma adesso quel lungo cammino si interrompe. E con Berlinguer parliamo del suo "non possumus" malgrado gli appelli a restare, intriso di emozioni ma sereno. La sua idea è: in fondo questo crinale è "un' opportunità". Per chiarire, e costruire qualcosa di diverso "alla sinistra del partito democratico". Per salvaguardare il paese, dalla destra e dal rischio del declino. Poi un giorno si vedrà chi aveva ragione, ma intanto occorre governare insieme.
Berlinguer, come vive questo addio politico? «Non è un addio e può essere anche un arrivederci. Inevitabilmente lo spostamento dei Ds verso una forza più ampia e moderata implica la possi bilità della creazione di un'altra forza alla sua sinistra, che sia anche sua alleata. Intanto il clima generale di questo congresso non è stato quello di una rottura clamorosa e aspra».
CONTINUA

sabato 21 aprile 2007

SEGUI IL IV CONGRESSO DS DI FIRENZE


SEGUITE IL IV CONGRESSO DEI DS A FIRENZE SUL SITO WWW.DSONLINE.TV.

Nella colonna a destra potete trovare l'intervento di Fabio Mussi.

mercoledì 18 aprile 2007

LA BALENA BIANCA

Segnalato da Gilberto Indirli.

INTERVENTO DEL COMPAGNO GIOVANNI CARITA'

A Sinistra di Ponzio Pilato.

Dal Prodi dimezzato al Partito (a)Democratico.

In questo mese di congressi mi torna spesso alla mente un articolo di Erri De Luca, pubblicato sul bimestrale Micromega, intitolato “Cos’è Sinistra”. L’articolo fu scritto nei mesi del primo governo D’Alema (21.10.1998 - 22.12.1999), quello che sostituì Prodi e che governò “senza vaglio elettorale” per 14 mesi la nostra Italia. Articolo in forma di questionario ironico-critico, nel quale il noto scrittore rimproverava all’allora Presidente del Consiglio la incapacità di governare secondo i propri principi e ideali di appartenenza, in particolare dopo aver partecipato come governo al bombardamento di Belgrado.
A distanza di sette anni, come fosse un dejavu, sembra di rivivere le stesse sensazioni con l’aggravante dei congressi di partito in corso. Perché dico con l’aggravante? Per il semplice motivo che vuole per l’ennesima volta la politica italiana condannata a vita al trasformismo incalzante, ossia alla incapacità oramai cronica di riuscire a governare mantenendo fede al proprio mandato elettorale. CONTINUA

CORRISPONDENZA

Salve professore, approfitto di questo straordinario mezzo di comunicazione che è internt per condividere con te alcune mie riflessioni sulla riunione di giovedì scorso che ho dovuto a malincuore abbandonare in anticipo. Io, nonostante militi nei DS da soli 7 anni,vivo con profonda amarezza e frustrazione questo delicatissimo passaggio congressuale perchè temo che una "storia comune" stia per finire,un sogno comune è stato per molti interrotto.Molti compagni della maggioranza mi rimproverano di difendere una "storia" alla quale io ho partecipato appena,una storia che io avrei conosciuto solo per bocca dei più anziani e dai libri di storia.Io non credo sia così,quante volte ci si appassiona alla storia di un personaggio di un libro o di un film pur non essendone l'autore?mi verrebbe da dire che la storia,soprattutto quella di un partito, è un po come quella di una squadra di calcio, non la si ama perchè si nasce insieme ma perchè si condivide, si ammira il suo passato glorioso, i suoi colori, i suoi uomini,i mediani operosi e invisibili e i centroavanti spettacolari e travolgenti con i loro tocchi di classe, i suoi momenti difficili come le sconfitte e quelli più belli come le vittorie!Ecco perchè non accetto di sentirmi dire che io sono "fuori da quella storia", perchè "la storia siamo noi, siamo noi padri e figli" diceva qualche tempo fa De Gregori.Perchè dico questo?Devi sapere caro prof, che sono un ragazzo piuttosto timido che prima di parlare in pubblico ci pensa su più di una volta per evitare di dire banalità ed è per questo che giovedì non ho voluto prendere la parola, ma ora sento il bisogno di comunicarti il mio punto di vista.Io credo che noi dobbiamo restare nella nostra casa fino a che non arriverà l'ufficiale giudiziario per lo sfratto, dobbiamo continuare a dare il nostro contributo alla discussione per dimostrare il perchè del nostro "NO" al partito democratico, un no che non è "preventivo o prevenuto", come direbbe il nostro amato presindente D'Alema, ma un "NO" ponderato e denso di significato.Un "NO" a chi ci dice che il nostro partito deve essere equidistante da capitale e lavoro, sol per fare un esempio.Non dobbiamo commettere l'errore di abbandonare il campo prima di aver dimostrato la nostra incompatibilità con il loro progetto partendo da un confronto su temi specifici (lavoro, economia, laicità, istruzione etc).Allo stesso tempo dobbiamo ripartire da qui per rilanciare con forza il tema dell'unità della sinistra italiana.Ma a tal proposito vedo qualche ostacolo da dover superare.In molti compagni, forse perchè delusi e arrabbiati, noto una tendenza a ragionare con la pancia, con il cuore, piuttosto che con la testa.L'unità a sinistra presenta non pochi nodi da sciogliere, dal mio punto di vista.Temo che si stiano delineando due
strade per l'unità a sinistra:l'unità socialista con molti compagni del vecchio PSI ma non solo, e un'unità "a sinistra" con i compagni di rifondazione e del pdci.Così come trovo difficile coinciliare le posizione del compagno Mussi con la "sorella" Binetti (concedimi la battuta), trovo quasi altrettanto difficile coinciliare le posizione di Boselli con quelle di Marco Rizzo.Così come c'è da sciogliere il nodo della collocazione internazionale del PD altrettanto credo dovremmo fare con un eventuale partito unitario della sinistra:PSE o sinistra europea?Gli spunti di riflessione sono tanti e tutti molto importanti, io provo a suggerire un modo per uscire da questa situazione:avviamo un confronto con tutte le forze della sinistra ma non sulle categorie dello spirito ma su temi e problemi specifici della nostra società e verifichiamo la nostra "compatibilità" in relazione alle risposte che vorremo dare a questi problemi.Riempiamo noi di contenuto la parola "riformismo" e poniamo fine a questa distinzione stucchevole tra sinistra riformista e radicale.Solo in questo modo, secondo me, non commetteremo lo stesso errore che stanno commettendo coloro i quali si accingono a costruire il PD, descrivono minuziosamente la nostra società e i relativi problemi ma sfuggono dal dare risposte concrete, e per questo non riescono a cogliere le differenze che ci separano dalla cultura cattodemocratica della margherita.Forse sono stato un po confuso e certamente lungo,di questo me ne scuso, ma le cose da dire sono talmente tante che metterle in ordine in questi 5 minuti di tempo che sono riuscito a trovare è un'impresa ardua...almeno quanto quella di coinciliare il cristianesimo con l'illuminismo......a presto professore e grazie di tutto. Emanuele (segretario Ds Salice)

martedì 10 aprile 2007

NON SOLO SATIRA

sabato 7 aprile 2007

MUSSI A FASSINO, SONO LORO CHE SI COLLOCANO A FINE '700

''E' il Partito democratico che torna indietro, che salta a pie' pari la questione sociale, cioe' le forze socialiste che si sono formate tra '800 e '900 sono piu' avanti delle idee progressiste e democratiche''. Cosi' il leader della sinistra diessina, Fabio Mussi, ribatte alle critiche mosse oggi dal segretario del partito, Piero Fassino, che accusava la minoranza congressuale di tornare, ipotizzando una confluenza con il Prc di Fausto Bertinotti, a prima della caduta del muro di Berlino. ''Si salta indietro - sottolinea Mussi a margine della presentazione di un libro alla Fondazione Basso - tanto e' vero che il manifesto che dovrebbe stare alla base del costituente Partito Democratico parla di un partito che dovrebbe essere l a sintesi tra cristianesimo e illuminismo, perfino nel linguaggio ci si colloca alla fine del '700''.
E' la presenza dei cattolici che disturba? Chiedono i cronisti. ''Niente affatto, io con i cattolici lavoro benissimo ma non penso che una ispirazione religiosa possa essere alla base della formazione di un partito; il Pci, il partito grosso che non c'e' piu' e al quale ho contribuito per il suo scioglimento, aveva fior di cattolici al suo interno ma e' la base costitutiva cattolica, come e' nel manifesto, che io dubito possa essere la base della formazione di un partito moderno''. ''Cristianesimo e illuminismo - incalza Mussi - il problema vero e' che esiste la Conferenza episcopale, non esiste la conferenza illuminista''. E' per questo, spiega il ministro dell'Universita', che la nuova formazione di ispirazione socialista che intende promuovere al di fuori del Pd ''deve avere una forte costituzione laica, la laicita' non e' l'antireligione, e' lo spazio di liberta' per tutti compresa la liberta' religiosa che e' garantita quando lo Stato e' laico e dunque quando anche la Costituzione dei partiti politici e' laica, allora tutti sono garantiti, a partire dalla Chiesa''.

MUSSI: DA FILIPPESCHI ACCUSA GROSSOLANA

"Io con Bertinotti? Se mi si può immaginare con Binetti..." L'accusa lanciata oggi alla Sinistra Ds da Marco Filippeschi della segreteria della Quercia di non rispettare i 200 mila iscritti che hanno deciso di aderire al percorso del Partito democratico "è una cosa un po' grossolana", secondo Fabio Mussi. Parlando a margine della presentazione della raccolta di 'News left review', Mussi replica: "Non voglio scivolare lungo il piano inclinato delle accuse grossier. Filippeschi deve innanzi tutto rispettare la posizione di una parte dei Ds che ha preso nei congressi di base 37 mila voti e la cui posizione è chiara dall'inizio. Sapevano della contrarietà, quindi immagino - prosegue il leader della Sinistra Ds - che quando si è deciso di andare avanti, di accelerare, si tenesse nel conto che una parte è contraria". Mussi ricorda che in passato, sia all'epoca del Pci, sia quando con la svolta di Occhetto è stato fondato il Pds che è entrato nell'Internazionale socialista, "ho avuto tutto il coraggio necessario: ma erano comunque salti da sinistra a sinistra. Questo è un salto da sinistra a fuori". A chi gli domanda se pensa sia facile costruire un partito insieme a Fausto Bertinotti, Mussi risponde: "Se uno immagino un partito da Mussi a Binetti, tutto il resto è più facile".

MUSSI A D'ALEMA: PER TE CANCELLARE TRACCE E' UNA DOTTRINA

''Tempo fa D'Alema, polemizzando sulla mia presa di distanza dal Partito democratico mi scriveva sui giornali: 'Caro Fabio, i partiti di cui tu parli cosa vuoi che dicano a un giovane che avra' 20 anni nel 2010?' Questa non e' una semplice affermazione, e' una dottrina, quella di cancellare le tracce''. Fabio Mussi che partecipa ad un dibattito sulla raccolta di un anno di numeri della rivista ''News Left Review'' critica il ministro degli Interni sostenendo che e' un errore concepire il passato come un qualcosa di cui si puo' fare a meno acuendo cosi' la polemica in vista del congresso dei Ds a Firenze. ''Il nuovo - osserva il leader della sinistra della Quercia - ha assunto cosi' una forma assoluta e il passato e' un peso di cui liberarsi, questo lo ritengo sbagliatissimo. Nei quaderni dal carcere di Gramsci c'e un continuo confrontarsi e mettere in relazione il passato con il presente''. ''Appartengo - aggiunge Mussi - ad una generazione che non ha avuto paura ad aprirsi alle dinamiche del mondo, ma non rompendo il collegamento con il passato e senza incitare i giovani a tagliare i rapporti con il Movimento operaio''. Mussi mantiene il punto sulla sua scelta di non far parte della nuova formazione politica. ''Non mi rassegno - spiega - all'idea che la sinistra, pur attraverso travagli e ripensamenti tardivi come quello dell'89, si riduca oggi a un grumo di correnti in un partito di incerta identita' in un ventaglio di forze minori radicalizzanti, in competizione tra loro''. ''Sarebbe - conclude il leader della minoranza Ds - un esito deludente per una lunga storia''.

MUSSI SCONTENTA ANCHE I PROMOTORI COME PARISI E SANTAGATA

"Se uno immagina un partito che va da Mussi a Binetti, tutto il resto e' piu' facile". Parte da questa considerazione il candidato della seconda mozione al congresso dei Ds, Fabio Mussi, per immaginare quale sara' il futuro della Sinistra Ds dopo il quarto congresso della Quercia, che si svolgera' a Firenze tra due settimane e sul quale aleggia incombente la scissione. Cosa fara' il ministro dell'Universita', se ne andra' con Rifondazione, o rispondera' al richiamo socialista? "No -esclama poco prima di prendere parte a un dibattito organizzato dalla Fondazione Basso a Roma- se nasce il Partito democratico si apre la necessita' di ricostruire una grande forza di sinistra di ispirazione socialista. Qualunque cosa faccia io, quel processo si inneschera'". "Ci si avvia alla costruzione di un partito che non si sa bene cosa sia. Mi si dice: 'sali sul treno, poi si vedra' dove arriva'. Oltre a questo si aggiunge un processo che ha portato al malessere e all'inquietudine degli stssi ideatori del Pd, perche' se devo giudicare Parisi, Santagata... molti di quelli che furono i promotori dell'idea sono scontenti di come si sta realizzando. Siamo di fronte a una fusione pura e semplice tra Ds e Dl. Una fusione di cui ho dubitato fin dall'inizio e dalla quale dubito ora possa nascere un partito che abbia un futuro. "Dove esistono in Europa partiti democratici? In Francia -ricorda il ministro- c'e' Bayrou ma e' un centrista di matrice gollista. Per il resto, se questa roba non esiste e ci sara' pure una ragione". "Si fa un salto all'indietro - prosegue il leader della seconda mozione al congresso Ds- tanto e' vero che il Manifesto che dovrebbe essere alla base del Pd parla di un partito che deve fare la sintesi tra cristianesimo e illuminismo. Culturalmente e perfino nel linguaggio ci si colloca alla fine del 700. Non mi da affatto fastidio che si faccia un partito con i cattolici, io con i cattolici lavoro benissimo ma non penso che una ispirazione religiossa possa essere alla base della fondazione di un partito. Il Pci aveva fior di cattolici al proprio interno. Io parlo della 'base costitutiva cattolica' che e' nel Manifesto e che dubito possa essere la base della costruzione di un partito moderno. Cristianesimo e illuminismo... il problema -osserva ancora Mussi- e' che esiste la conferenza episcopale, non esiste la conferenza illuminista". "Un partito nuovo -conclude Mussi- deve avere una forte costituzione laica, la laicita' non e' l'antireligione, e' lo spazio di liberta' per tutti. La liberta' religiosa e' garantita quando lo Stato e' laico e, dunque, quando anche la costituzione di partiti politici e' laica. Allora tutti sono garantiti, a partire dalla Chiesa".

PD. ZAGATO (DS): FILIPPESCHI NON DEFORMI POSIZIONI ALTRUI

"Siamo noi a chiedere a Filippeschi di considerare con piu' rispetto le posizioni politiche in campo, anziche' ostinarsi a raffigurare scenari inesistenti". Il coordinatore della mozione Mussi, Gianni Zagato, risponde cosi' a Marco Filippeschi, responsabile del dipartimento Istituzioni della segreteria nazionale dei Ds, e gli ricorda che "le posizioni politiche in campo dicono nell'ordine: primo, che un quarto degli iscritti Ds che ha votato al congresso ha manifestato contrarieta' alla costruzione del partito democratico e adesione al progetto politico alternativo chiaramente indicato nella nostra mozione". E ancora, "secondo, che ci stiamo avvicinando ai due congressi - quello dei Ds e quello della Margherita - con quotidiane prese di distanza da parte di numerosi e autorevoli esponenti che manifestano riserve politiche di fondo sulla qualita' dell'operazione proposta. Terzo, proprio oggi il segretario del partito ha ulteriormente anticipato lo scioglimento definitivo dei Ds indicando il prossimo ottobre. Quarto, che per quanto ci riguarda stiamo da tempo conducendo una battaglia politica coerente con una premessa di fondo: costruire le condizioni per una forte, unitaria e autonoma forza di sinistra del nostro Paese, anche per rafforzare la coalizione dell'Unione che sostiene il governo". Invece, aggiunge Zagato, "e' proprio la prospettiva del partito democratico che mette, per la prima volta nella storia politica del nostro Paese, a repentaglio l'esistenza in Italia di una grande forza del la sinistra e crea difficolta' e fibrillazioni al governo". Insomma, "lasciamo alla fantasia di Filippeschi, invero piuttosto ripetitiva, quella di raffigurasi scenari che prefigurano partitini o scissioni, poiche' la caricatura delle posizioni politiche altrui non giova davvero a nessuna unita' e danneggia prima di tutto chi le produce".

DS: SALVI; NO AL PD, PUNTIAMO A RIUNIFICARE ANIME SINISTRA

"Mancano un'anima e una piattaforma comune" intorno al progetto del Partito Democratico. Questo il commento di Cesare Salvi, della minoranza dei Ds, sul dibattito che anima il centrosinistra in questi giorni. "Si vedono i litigi tra i partiti e tra i diversi esponenti - afferma il presidente della commissione Giustizia del Senato ai microfoni di 'Play Radio' - su una scelta secondo me sbagliata. E siccome si e' deciso comunque di andare avanti, io preferisco restare dove sto. La maggioranza dei Ds, insieme alla Margherita, dara' vita a un partito che non sara' piu' di sinistra, anche nel nome, e non potra' fare parte dei socialisti europei perche' la Margherita ha posto il veto". "Noi opereremo non una scissione - continua Salvi - perche' non si scinde qualcosa che non c'e' piu', ma una separazione. Il nostro obiettivo sara' poi quello di dare vita a un grande movimento politico che riunisca su basi chiare le diverse anime della sinistra".(ANSA).

mercoledì 4 aprile 2007

INTERVENTO DEL COMPAGNO FERNANDO GABALLO

Un augurio sincero al candidato Sindaco del centro-sinistra ANTONIO ROTUNDO affinché colga, insieme alla coalizione, una vittoria significativa alle prossime elezioni amministrative.
E’ con grande dispiacere che mi accingo a fare questo intervento.

In questi giorni si sta celebrando il 4° ( e probabilmente ultimo) congresso dei Democratici di Sinistra. Ho sperato che questo momento arrivasse quanto più tardi possibile. Avverto l'annullamento , la cancellazione dei migliori anni della mia vita dedicati alla costruzione di una società più giusta, seguendo le indicazioni di un grande Partito quale era il PCI di E. Berlinguer, al quale io ( cattolico e quindi non ideologicamente vicino) aderì , nel lontano 1978, per la condivisione dei principi statutari e dei valori sociali ai quali era ispirato il programma politico: Questione Morale, Giustizia sociale, uguaglianza , lavoro e solidarietà. (Era scritto: si possono tesserare tutti coloro che ne condividono il programma, indipendentemente proprie convinzioni religiose). CONTINUA