mercoledì 28 febbraio 2007

RISULTATI IN SEZIONE

PERCENTUALI SU 2631 VOTI:

79% FASSINO, 17,66% MUSSI, 3,32% ANGIUS


SCARICA IL FILE CON I RISULTATI AGGIORNATI AL 28 FEBBRAIO 2007 DELLE SEZIONI DELLA PROVINCIA DI LECCE.

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AGENDA: CONGRESSI IN SEZIONE

Domenica 4 Marzo

Martignano, ore 17.30, sezione ds.
Nardò, ore 9.30 sezione ds, voto.
Novoli, ore 18, sezione ds.
Melissano, ore 16.30, sezione ds.
Leverano, ore 16, ass. zampanò.
Alessano-Montesardo, ore 10, sezione ds.
Copertino, ore 9, sezione ds.
Aradeo, ore 10, biblioteca comunale.


Lunedì 5 Marzo

Alliste, ore 17, sezione ds.
Cursi, ore 18.30, sezione ds.
San Cesareo, ore 19, sezione ds.
Scorrano, ore 18.30, sezione ds.


Martedì 6 Marzo

Sanarica, ore 20, sezione ds.
Parabita, ore 17.30, sezione ds.
Lequile, ore 17, sede unione.
Melendugno, sezione ds.

PAOLO NEROZZI: VOTERO' "NO" ALLA MOZIONE FASSINO PERCHE' I DS POSSANO ESISTERE PER CAMBIARE

In queste settimane diversi esponenti della Cgil hanno espresso i propri dubbi, le proprie incertezze e finanche le proprie aspettative in vista del passaggio che dovrebbe portare allo scioglimento dei Ds e alla nascita del nuovo Partito Democratico. Legittimamente, in quanto uomini e donne di sinistra, chi è iscritto ai Ds sarà chiamato ad una scelta non facile, per ciò che la propria storia rappresenta, per la funzione che abbiamo.
Personalmente ciò che penso sul Pd è noto: il lavoro, la sua dimensione sociale, l’essere motore di emancipazione, di libertà e di costruzione di identità collettive, non può che vivere e crescere all’interno di una forza autonoma della sinistra, socialista e aperta alle nuove culture critiche.
Quel che più mi preme però, approfittando dell’ospitalità dell’Unità, è sottolineare come, indipendentemente dalle scelte che ognuno di noi farà, le compagne e i compagni della Cgil hanno oggi una responsabilità in più all’interno di questo dibattito: salvaguardare fino in fondo l’essenza di una soggettività sociale che la Cgil, soprattutto negli ultimi anni, ha espresso, forte - a differenza di questo o quel partito - di essere parte essenziale del “gorgo” entro cui il mercato e la società sono già mutati.
La nostra identità, il nostro essere di sinistra infatti è oggi sempre più dato dal nostro essere uomini e donne che del lavoro, della sua difesa, della sua costruzione collettiva e democratica, se ne sono fatti portatori.
Portatori di una visione che deve essere sempre più chiave di lettura del mondo, delle sue ingiustizie, del vuoto di rappresentanza che la politica dei partiti non è riuscita a colmare.
Non penso - sia chiaro - che la risposta alla crisi della politica e della sinistra italiana sia un ritorno al pansindacalismo; penso però - e mi batterò fino allo stremo per difendere questo punto - che in questi ultimi 15 anni sia maturato un bene comune (per noi, per la sinistra, per il Paese) che è la Cgil e l’autonomia del sociale, che non può essere coartata dentro vecchi modelli. Ritenere che il nostro essere espressione di un’autonoma visione del mondo o ancor più che l’unità sindacale siano oggi più garantiti perché tutti dentro il Partito Democratico è allora un’idea irreale, carica più di rischi che altro, e figlia di una cultura tipica della terza internazionale che tanto male ha fatto al movimento operaio e democratico. E anzi se oggi - in un clima diverso e con un rapporto più forte e più stretto tra noi e le altre confederazioni rispetto anche al recente passato - vi è un rischio vero, per l’unità sindacale, è proprio quello rappresentato da una novella pretesa dei partiti a trasformarci in cinghia di trasmissione.
Altro dovrebbero essere, allora, il terreno di confronto fra noi. A partire da che lettura diamo dei grandi processi in corso. Personalmente sono sempre più convinto che la globalizzazione, così come oggi si presenta forte di un potenziale tecnologico e finanziario inedito, ha permesso al mercato di dispiegare tutta la propria intrinseca aggressività, perché sono stati “corrosi” gli strumenti con cui chi subiva le ingiustizie del mercato cercava di contrastarne potere ed arbitrarietà: le grandi identità politiche collettive (laiche per definizione) e lo stato nazionale.
La crisi della sinistra, così come le diverse risposte reazionarie, localiste, fondamentaliste a questo stato di cose, nascono - banalizzo - da ciò.
L’essere forza riformista e al contempo radicale ha fatto circuito proprio nel momento di maggior bisogno. Il “nostro problema” come forza sociale radicata nel lavoro, è allora il problema di chi - per citare Caillè, un socialista francese certo non estremista - ha rinunciato ad «una visione dialettica tra mercato e socialità, tra governo dei poteri e redistribuzione degli stessi, tra impresa e lavoro».
In questa semplice affermazione di un esponente socialista sta tutta l’ipocrisia di un gruppo dirigente che ha metabolizzato lo scioglimento del Pci senza accettare fino in fondo l’essenza del socialismo europeo, ed oggi è pronto a divenire parte di una forza democratico-liberale. Quando molti di noi hanno concordato sul fatto che fosse giunto il momento di sciogliere il Pci, e tutto ciò che esso rappresentava in termini di ideali e di modelli di governo, era per rimetterci in discussione. Dando atto che il socialismo europeo aveva alla fine saputo tenere meglio insieme redistribuzione, giustizia e democrazia, ritenevamo possibile l'incontro tra le migliori culture del lavoro, marxiste, libertarie, ambientaliste. Perché il tema di un lavoro sempre più mercificato, di un mondo sempre più ingiusto, di un modello produttivo ormai incompatibile con la stessa sopravvivenza del genere umano, necessitavano (e necessitano) di un grande partito impegnato a governare l’eterna dialettica tra le logiche del profitto e quelle della cittadinanza, assumendo queste ultime come principale terreno di rappresentanza.
Questo è quel che deve contare per noi: alla crisi della rappresentanza del lavoro non si può rispondere andando oltre il socialismo, perché il socialismo è espressione di questi bisogni e di queste idealità. Alla crisi dei Ds, che è anche crisi di rappresentanza (e forse dovremmo tutti interrogarci sul perché sempre meno dirigenti della Cgil sono iscritti ad un partito) e crisi di una capacità di “visione” degli interessi è utile aggiungere l’orpello di un contenitore più ampio, nella speranza che i problemi si “diluiscano” e diventino meno visibili (ma non per questo vengano risolti)?
Certo, nella palude della politica italiana, ogni offerta politica, anche quella del Pd, può avere un successo, una ragione, un senso. Ma è questo il campo di ricerca e di impegno che può interessare a tanti di noi, alle prese tutti i giorni con la necessità di ricostruire una sinistra forte e grande che contribuisca a “irrobustire” l’Unione e il Governo, per rendere più forte il lavoro e chi rappresentiamo?
Ritengo di no, e ritengo che a tale ricerca i Ds non possano sottrarsi. Per questo voterò no alla mozione del compagno Fassino perché i Ds possano esistere per cambiare, fare i conti con la loro identità, ma soprattutto contribuire alla costruzione di quel “nuovo socialismo” che non è un qualcosa di vecchio da buttare, come molti esponenti della Margherita ritengono, ma il futuro. Nostro e di chi ancora deve venire: giovani, lavoratori, pensionati.

domenica 25 febbraio 2007

IRREGOLARITA' CONGRESSUALI

Partecipando al congresso della sezione di Sternatia come relatore della mozione Mussi, ho dovuto, con dispiacere, segnalare alla Federazione Ds di Lecce e alla commissione provinciale per il congresso quanto avvenuto.
Qui di seguito riporto il testo della comunicazione:


Esprimo il mio disappunto in qualità di relatore della mozione Mussi al congresso sezionale di Sternatia, sottolineando la mancata osservanza delle procedure e delle regole congressuali per i seguenti motivi:

-Il voto è avvenuto a conclusione della presentazione delle mozioni senza attendere il dibattito con i presenti e creando confusione.
-Il garante si è assentato per tutta la durata delle operazioni di voto (anticipate e affrettate) rimanendo in una stanza separata adibita a cabina elettorale e abbandonando il tavolo del dibattito.
-Non è stata utilizzata un'urna regolare, bensì una busta da lettere di piccole dimensioni nella quale le schede votate erano piegate e ben riposte.
-Lo spoglio è avvenuto sfilando le schede dalla busta che, nello stato in cui si trovavano, fanno pensare che qualcuno sia necessariamente entrato in contatto con le stesse prima dello spoglio.
-La formazione del direttivo di sezione è stata rimandata ad una successiva convocazione senza chiarire le motivazioni.

Con i migliori propositi e con la convinzione che l'osservanza delle regole sia garanzia di lealtà e rispetto per tutti, porgo

Distinti Saluti.

Alessio Pepe (Mozione Mussi - Ds Seclì)

sabato 24 febbraio 2007

MUSSI: OK I 12 PUNTI DI PRODI, PROVEREMO A SALVARE CONTINUITA'

Roma, 23 feb. (Apcom) - Il leader della sinistra interna ai Ds Fabio Mussi, ospite oggi del dibattito di 'Omnibus' su LA7, ha apprezzato il documento in dodici punti presentato da Romano Prodi, definendolo "buono" poiché tenta di "stringere su alcuni punti essenziali".
Il ministro della Ricerca, sulla risoluzione dell`attuale crisi di governo si è detto convinto che "è necessario provare a garantire la continuità della legislatura".

APPUNTAMENTI IN SEZIONE

LUNEDI' 26 FEBBRAIO

Sannicola, ore 18 (sezione ds).
Morciano, ore 19 (sezione ds).
Botrugno, ore 18 (sezione ds).
Vernole, ore 18.30 (Saletta Walter Pariti, via Sannicola).


MARTEDI' 27 FEBBRAIO

Corigliano, 19.30 (sezione ds).
Salice (sezione ds).
Tuglie, ore 19 (sezione ds).
Soleto (sezione ds).
Tiggiano, 18 (sezione ds).

giovedì 22 febbraio 2007

RISULTATI IN SEZIONE

Sinora ha votato il 41,16% della platea congressuale; a Fassino il 77,1%, Mussi 19,4%, Angius 3,46%.

Gallipoli, platea 583, votanti 125, Fassino 107, Mussi 18.

Patù, platea 75, votanti 54, Fassino 53, Mussi 1. 3 delegati Fassino.

Carmiano, platea 118, votanti 95, Fassino 77, Mussi 7, Angius 1. 5 delegati Fassino.

Trepuzzi, platea 123, votanti 55, Fassino 41, Mussi 12, 1 bianca, 1 nulla. 5 delegati Fassino, 1 delegato Mussi.

Galatone, platea 53, votanti 22, Fassino 13, Mussi 9, Angius 0, 2 delegati Fassino, 1 delegato Mussi.

Carmiano, aventi diritto 95, votanti 87, Fassino 87, Mussi 7, Angius 1, nulle 1, bianche 1.

Melpignano, platea 177, votanti 53, 50 Fassino, 3 Mussi, 0 Angius, 7 delegati Fassino.

LECCE CITTA', Platea congressuale 379 iscritti, votanti 157; Fassino 126 voti, 18
delegati: Mussi 24 voti, 4 delegati; Angius 5 voti, 1 delegato.

Sternatia, platea 54, votanti 30, Fassino 26, Mussi 3, Angius 1. 2 delegati Fassino.

Caprarica, platea 14, votanti 12, Fassino 10, 1 delegato; Mussi, 2, Angius
1. Il sindaco è delegato di diritto al congresso provinciale.

Barbarano, platea 30, votanti 20, Fassino 19, 1 delegato; Mussi 1.

Collepasso, platea 98, votanti 26, Fassino 22, 3 delegati; Mussi 3; Angius 1.

Veglie, platea 49, votanti 22, Fassino 16, 2 delegati, Mussi 6, 1 delegato.

Maglie, platea 168, votanti 50, Fassino 42, 7 delegati; Mussi 6, 1
delegato; Angius 1.

GOVERNO: SCOTTO (ULIVO), CADUTO SOTTO I COLPI DI UN INEDITO CONNUBIO = ROSSI E TURIGLIATTO? VITTIME DELLA FIERA DELLE VANITA'


Roma, 22 feb. (Adnkronos) - Un vecchio parlamentare che da 60 anni frequesta le stanze del potere e ne conosce tutti i segreti, un ex presidente dell'associazione degli industriali tirato per la giacca da destra e sinistra e due parlamentari 'rivoluzionari' che, per le imprevedibili congiunzioni della politica, si ritrovano insieme e
fanno cadere il governo. Non e' la trama di un giallo a sfondo politico, ma l'aspetto 'curioso' del voto che ha affondato ieri il governo Prodi. L'osservazione appartiene a Arturo Scotto, classe 1978, deputato dei Ds eletto in Campania, che oltre a sedere per la prima
volta alla Camera si puo' fregiare del titolo simbolico di piu' giovane parlamentare della legislatura. "Oggi c'e' tanta rabbia nel pensare che un governo, tornato protagonista in Europa anche grazie alla sua politica estera, sia caduto in questo modo", esordisce
Scotto. "E' sbagliato dire che la colpa e' della sinistra radicale che, invece, ha 'tenuto' benissimo. La colpa e' dei singoli: la beffa di Andreotti... un senatore a vita tirato da una parte e dell'altra e due senatori che continuano a pensare come se fossimo agli inizi del
novecento. Sara' banale o eccessivamente esemplificativo, ma io credo che la sovraesposizione di queste settimane che descriveva Rossi e Turigliatto come due dissidenti irriducibili, abbia giocato la sua parte. Il protagonismo poi ha fatto il resto... Siamo alla fiera della
vanita' giocata sulla spalle dei cittadini e degli elettori che ci hanno votato. Per me e' bene che si dimettano -aggiunge Scotto riferendosi a Rossi e Turigliatto- via dal Parlamento perche' fanno solo del male alla sinistra e al governo, visto che hanno rimesso in gioco la destra e ora rischiamo pure di vederla tornare al governo". (segue) (Adnkronos) - I retroscena di oggi parlano di un Romano Prodi 'irritato' con D'Alema, a cui verrebbe attribuita la responsabilita' di aver forzato un po' troppo i toni nei confronti della Cdl. "I toni
di D'Alema -commenta Scotto- sono stati quelli di sempre, ne' piu' aspri ne' piu' morbidi. Non gli darei troppa importanza, non credo proprio che il governo sia caduto per questo motivo. La maggioranza e'venuta a mancare a causa di deliberate e motivate scelte individuali. Nessun complotto, solo che al Senato la maggioranza e' estremamente fragile, anzi non c'e' proprio"."Prodi deve proseguire. Si ripresentera' alle Camere chiedendo la fiducia. Continuera' ballando sull'orlo del burrone. Non credo tanto alla possibilita' di allargare la maggioranza. E poi a chi
dovrebbe essere allargata? E a quale prezzo? Non sono contrario ma ho i miei dubbi che ci si possa riuscire. Quella che va evitata a tutti i costi e' la fine del bipolarismo. Le tentazioni neocentriste sono
uscite allo scoperto e la 'firma' di Andreotti sul voto di ieri al Senato secondo me va oltre l'aspetto contingente della vicenda. Ai due rivoluzionari che hanno affondato il governo, voglio invece ricordare che adesso il rischio di uno spostamento a destra non e' una cosa campata in aria. E tra i primi provvedimenti a scomparire dall'agenda
dell'Unione -ammonisce Scotto- potrebbero esserci i Dico e non mi stupirei se ci fosse anche una bella sterzata sulla politica estera e l'economia".

LEONI, SORPRESO DAL FUOCO DI FILA CONTRO MUSSI

Lo dice Carlo Leoni, vicepresidente della Camera ed esponente della sinistra Ds.
"Evidentemente c'e' forse una certa allergia verso il dissenso che la dice lunga su quanto potrebbe essere 'democratico' il partito che si vuole costruire. L'intervento di Fabio Mussi di domenica non era
affatto un attacco personale a Fassino, ma una critica alla linea politica portata avanti dal segretario e dal gruppo dirigente dei DS: una politica che vorrebbe superare in Italia la presenza autonoma di una forza di sinistra legata al socialismo europeo".
Leoni aggiunge: "Quando si contesta una linea politica, la
critica investe inevitabilmente anche coloro che questa linea sostengono. Ma siamo sempre sul terreno di una limpida, seppur aspra, dialettica politica. Non esiste pratica democratica che non consideri come fisiologico l'esercizio della critica nei confronti di chi
governa un paese, un partito o una qualunque realta' organizzata. Questa e' pratica democratica moderna. Il sentimento di 'lesa maesta''appartiene ad una cultura antica della sinistra che, quella si', e'bene lasciarci alle spalle.

MUSSI: SCISSIONE? IO VOGLIO RESTARE DOVE STO


''Io voglio vincere il congresso e voglio restare dove sto, cioe' nel campo del socialismo europeo".

Il Partito democratico e' un passo fuori''. Cosi' Fabio Mussi ha risposto ai giornalisti che lo hanno interpellato sulle possibilita' di una scissione da sinistra all'interno dei Ds.
''Fassino sbaglia quando pensa che poi tutti seguiranno - ha ribadito il ministro - Bisogna prendere seriamente quello che dicono le persone serie come io ho la presunzione di essere. Se dico 'non sono d'accordo', questa frase vuol dire non sono d'accordo, non un'altra cosa''.
Sara' uno strappo alla maniera di Occhetto? e' stato chiesto.
''Io voglio vincere il congresso, cioe' voglio avere voti
sufficienti per fermare quel treno'', ha ripetuto Mussi. ''Credo che sia impensabile - ha concluso - che in Italia venga a mancare una grande forza di sinistra di ispirazione socialista''.(ANSA).

martedì 20 febbraio 2007

ALCUNI RISULTATI DEI CONGRESSI DI SEZIONE

Alla sezione di Racale la mozione Mussi ottiene 4 delegati su 5 (Uno alla mozione Fassino).

A Neviano la mozione Mussi ottiene 9 voti; 4 alla Angius; 23 alla Fassino.

A Seclì 5 voti alla Mussi e 4 alla Fassino. Un delegato.

IL PARTITO DEMOCRATICO E L'AGGETTIVO SOCIALISTA

“ L’UNITA’ ”, 20 febbraio 2007. Gianfranco Pasquino.

Vorrei mettere a disposizione di coloro che dovranno decidere, magari ricorrendo al referendum, “una testa un voto”, come chiamare il Partito nuovo, se questa decisione non è già stata precostituita, qualche argomento per valutare il significato, l’importanza, le implicazioni dell’aggettivo «socialista». Credo sia opportuno premettere che «democratico» non è, ovviamente, la stessa cosa di «socialista», ma vorrei anche sottolineare che «democratico» non può in nessun modo inglobare «socialista». Non è né un passo avanti né, per rimanere in metafora, una falcata più ampia.

La seconda premessa è che non è corretto pensare che anche coloro fra gli ex-comunisti che hanno malamente criticato, sicuramente fuorviando, sbagliando, minimizzando le esperienze socialdemocratiche dell’Europa centro-settentrionale, non siano legittimati oggi a ricredersi e a volere la dizione «socialista». Semmai, sarebbe molto più corrretto e produttivo chiedere loro che cosa possa e debba significare concretamente «socialista» nella politica italiana oggi. Sarebbe altrettanto corretto sentire dai proponenti della dizione «democratico» quale è il contenuto caratterizzante e innovativo di una terminologia così vaga, a meno che la vaghezza abbia obiettivi elettoralistici semplicemente numerici oppure non confessabili. Se la risposta dovesse essere che il nuovo partito italiano sarà democratico come lo sono i Democratici degli Usa, allora diventerebbe opportuno rivolgere a costoro un caloroso invito ad andare a studiare la storia della politica Usa e la sociologia di quella società e del suo.

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lunedì 19 febbraio 2007

ACQUA: NON MERCE, MA BENE COMUNE. A LECCE, LA RACCOLTA FIRME

Comitato di LECCE a sostegno della PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE
"Principi per la tutela e la gestione delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico"
, depositata in Corte di Cassazione il 24 ottobre 2006 - G.U. n. 249 del 25.10.2006.


CALENDARIO DEI BANCHETTI PER LA RACCOLTA DELLE FIRME A LECCE


SABATO 17 FEBBRAIO ORE 18/21 Via Trinchese angolo via Cavallotti, in prossimità
della scuola elementare 'Cesare Battisti'.

SABATO 24 FEBBRAIO ORE 18/21 "

SABATO 3 MARZO ORE 18/21 "

SABATO 10 MARZO ORE 18/21 "

SABATO 17 MARZO ORE 18/21 "

SABATO 24 MARZO ORE 18/23 Piazza S.Oronzo (Gazebo, musica, video, interviste)

SABATO 31 MARZO ORE 18/21 Via Trinchese angolo Via Cavallotti

MUSSI: I DS ORMAI FORZA MARGINALE, NO AL PD, MA RIUNIRE LA SINISTRA


Vincere il congresso per non sciogliere i Ds, ma se si perde fuori dal Partito democratico.

É questo il messaggio lanciato da Fabio Mussi alla sua corrente, la sinistra interna dei Ds, questa mattina al Teatro Valle di Roma. Qui si è svolta l'assemblea che ha presentato la seconda mozione congressuale dal titolo "A sinistra per il socialismo europeo", posta sotto il simbolo di quest'ultimo: la rosa rossa. Mussi, da leader dell'ex-correntone, ha ribadito la contrarietà della sua area alla nascita del Pd, e ha quindi rilanciato proponendo una riunificazione delle forze di sinistra in Italia. "Non è scontato - osserva il ministro della Ricerca e dell'Università - che la sinistra in Italia debba essere divisa. Se continua a essere divisa, per lei è la rovina. Si può trovare una prospettiva unitaria per i molti che vengono dalla crisi del Partito socialista e per chi viene dal Pci". Mussi non ha risparmiato le sue forti critiche al segretario del suo partito, Piero Fassino, e anche all'attuale vice-premier Massimo D'Alema, presidente dei Ds: entrambi sono favorevoli al superamento della più grande formazione politica di sinistra nel Pd. "Fassino dice: 'tanto poi alla fine verranno tutti'. Piero, innanzitutto ti ricordo che l'adesione è libera.
Secondo: stai attento alle posizioni serie delle persone serie, quelle che prendono posizione non perché devono o prendere o difendere un incarico". Questo il duro attacco di Mussi, che ha lamentato come "i Ds sono diventati un gigantesco gioco dell'oca in cui si è tornati al punto di partenza. Occhetto con il suo 16 per cento dovette fare le valigie mentre ora si celebrano i successi di un segretario che ci fa fare il 17,2 per cento".

Roma, 18 feb - "Siamo diventati una forza marginale del Paese - ha insistito il ministro dal palco - siamo oggi un partito degli eletti. Nelle nostre sezioni oggi si discute di più delle liste che della situazione in Medio Oriente". E proprio sui grandi temi di attualità Mussi ha girato il coltello nella piaga, contestando la posizione della dirigenza diessina sul raddoppio della bas militare statunitense di Vicenza. Quindi ha ringraziato Lalla Trupia, deputata vicentina dei Ds, per aver guidato la contestazione di parlamentari veneti dell'Unione, ponendosi in divergenza con la linea ufficiale del partito. Infine, il leader dell'ex-correntone si è unito a
Cesare Salvi, esponente della sua area politica, nel difendere la Cgil dalle accuse sul caso delle nuove Br: il sindacato è un "baluardo di democrazia". Le parole di Mussi non sono però cadute nel vuoto. Il coordinatore della
segreteria dei Ds, Maurizio Migliavacca, replica alle accuse della sinistra interna del partito. Le proposte del suo leader, dice Migliavacca, "non mi pare vadano oltre un aggiustamento del quadro esistente. Quanto alle affermazioni sui risultati elettorali e sul ruolo dei Ds occorre da parte di tutti un maggiore rispetto per il lavoro svolto in questi anni. Un lavoro che dopo la sconfitta del 2001 ha visto i Ds vincere tutte le competizioni elettorali ed essere protagonisti della ricostruzione dell'Ulivo e del centrosinistra. Un lavoro che è merito di tanti - conclude - ma anche, e in primo luogo, del segretario e del gruppo dirigente dei Ds".

MUSSI: PIERO BADA, NON VERREMO DIETRO AL PD PER FORZA

''Piero bada, noi non verremo dietro per forza''. E' duro l'avvertimento di Fabio Mussi a Piero Fassino.

Il leader della sinistra Ds presenta la seconda mozione che si contrapporra' a quella del segretario al prossimo congresso della Quercia.
Il leader della sinistra Ds ribadisce il suo no alla costruzione del Partito democratico: ''Noi vogliamo un'altra cosa, vogliamo riprendere il cammino per una grande forza di sinistra di ispirazione socialista. Vogliamo restare dentro il campo del socialismo europeo''.
Fassino, riflette il ministro dell'Universita' e della Ricerca, e' convinto che alla fine tutti i Ds seguiranno il gruppo dirigente nel progetto del Pd, e aggiunge: ''Io ti metto in guardia Piero, l'adesione a un nuovo partito e' libera. Il bravo giocatore di scacchi deve prevedere anche le 4 o 5 mosse successive, altrimenti rischia di perdere la partita''.
''Noi vogliamo andare al congresso per vincerlo - dice Mussi applaudito dalla platea del Teatro Valle - e questo vuol dire ottenere al forza sufficiente per fermare il treno. Forza compagni - conclude - in questo congresso ce la possiamo fare''.
(ANSA).
Mussi presenta dunque la seconda mozione per il congresso per la quale e' anche candidato a segretario, in un incontro pubblico a cui partecipano diversi esponenti del partito. Tra gli altri, parlano Cesare Salvi, Valdo Spini e 'l'ospite' Peppino Caldarola.
Quello del ministro dell'Universita' e' un intervento appassionato, nel quale vengono ribadite tutte le critiche e le perplessita' per il progetto, portato avanti dai gruppi dirigenti di Ds e Margherita, di costruire il Partito democratico. Mussi ne ha per tutti: per Fassino e per D'Alema, per Rutelli, per i saggi che hanno scritto il Manifesto del Pd e per i contenuti di quello stesso manifesto.
La contestazione parte dalla linea indicata da Fassino gia' nel congresso del 2001 a Pesaro: ''Gia' allora - dice Mussi - dicemmo no a dosi massicce di Blair, di terza via, di una sinistra di centro''. E le scelte degli ultimi anni, insiste, sono figlie del ''complesso di essere figli di un Dio minore e dell'ossessione di restare tali, e questo e' un atteggiamento che noi dobbiamo combattere''. La Fed, poi, ''e' stata come le opere pubbliche, si pone in pompa magna la prima pietra e poi non se ne sa piu' nulla''.
Venendo alle ultime elezioni, Mussi attacca ancora le ragioni addotte dai fautori del Pd: ''Non si fa un partito perche' una lista alla Camera prende il 3% piu' di due divise al Senato. Un partito nasce perche' c'e' la Rivoluzione francese o quella russa, perche' c'e' la Resistenza al nazifascismo o perche' cade il muro di Berlino. Un partito nasce per ragioni di fondo che
hanno a che fare con la vita delle persone''.
Il Partito democratico serve per dare stabilita' al governo e per vincere ancora? ''Piero attento - avverte ancora il leader della sinistra della Quercia - governo e partiti hanno balistiche diverse. Un governo, quando va bene, puo' rivincere le elezioni e durare al massimo due legislature. Un partito, quando le cose vanno malino, dura almeno 50 anni. I governo non sopravvivono alle sconfitte elettorali, i partiti si'''. Ironia invece per il Manifesto del Pd, scritto dai ''dodici saggi meno uno''. Velenoso il ministro quando osserva: ''Quel manifesto dice che bisogna fondere cristianesimo e illuminismo. Era il grande problema di Emanuele Kant, ora ci provano Fassino e Rutelli...''. D'Alema sostiene che il Pd serve per andare oltre? ''Bene - incalza Mussi - anche io dico che dobbiamo andare oltre: ma per me vuol dire un po' piu' a sinistra, non piu' a destra. Il Pd va indietro e va fuori''.
Secondo il ministro, ''la discussione sul Pd serve ad eludere la discussione sui Ds, un partito diventato marginale in vaste aree del Paese, un partito che rischia sempre di piu' di essere il partito degli eletti''. E dunque ''si vuole diventare l'unico paese d'Europa in cui non c'e' un grande partito socialista''.
(ANSA).

MUSSI: STRENUA DIFESA LAICITA' DELLO STATO

"Una volta Ratzinger durante una visita al Quirinale parlò di "sana laicità".

Io obiettai a Piero Fassino: se ci mette l'aggettivo sano, vuol dire che lui si riserva il diritto di dire questa èlaicità sana, questa malata. Fassino poco dopo dichiarò pubblicamente: sono
perfettamente d'accordo con il Papa". E' una strenua difesa della laicità dello Stato, quella del ministro Fabio
Mussi, durante l'intervento a Teatro Valle, e mette in luce la distanza che separa le posizioni del Correntone dal Manifesto del Partito Democratico su uno dei temi più discussi. Una difesa quella del ministro, che va avanti per
tutta la mattinata: "Il principio della laicità non è negoziabile", "il Parlamento e il Governo non sono lobby, ma lo Stato e la democrazia", "un grande partito mantiene la sua autonomia intellettuale". (SEGUE)
(9Colonne) - Roma, 18 feb - Il Correntone accusa i Ds di lasciare troppe aperture alla Chiesa. Se il Manifesto parla di "rispetto e valorizzazione del pluralismo", perché
"solo il dialogo tra diverse visioni religiose, etiche e culturali può portare a soluzioni normative ragionevoli e condivise", la mozione presentata dal Correntone non usa mezzi termini: "Non è in discussione la libertà della
Chiesa cattolica e delle altre confessioni religiose di esporre le proprie posizioni. Ma nemmeno può essere discusso un giudizio critico sull'offensiva integralista che viene da settori importanti delle gerarchie eclesiastiche". Su questo tema dal palco è intervenuto anche Carlo Flamigni, membro del Comitato nazionale di bioetica, che ha detto: "Secondo il manifesto del
partito democratico la ricerca deve essere all'insegna della laicità e della via del confronto, del dialogo alto. Ma come si fa? Quando la Chiesa dice "non posssumus" dice che non è in grado di mediare. Per questo la mediazione
proposta da Fassino non sta in piedi".

venerdì 16 febbraio 2007

APPUNTAMENTI CONGRESSUALI NELLE SEZIONI LECCESI

LEVERANO, Sabato 17 febbraio, h.18,30 nella sezione DS, incontro
promosso dall'Associazione "Socialismo 2000" per la presentazione della
mozione Mussi. Partecipano Fernando Gaballo e Gigi Spedicato.
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NOVOLI, Domenica 18 febbraio alle h.17 nella sezione DS, incontro di
presentazione della mozione Mussi. Partecipano Egidio Zacheo, Daniela
Trevisi e Gigi Spedicato.
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SANNICOLA, Lunedì 19 febbraio alle h. 19 nella sezione DS, incontro di
presentazione della mozione Mussi. Partecipa Gigi Spedicato.
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LECCE, Giovedì 22 febbraio alle h. 16 nella Federazione DS, l'on. Alba Sasso illustra la mozione Mussi al congresso cittadino dei DS.
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SQUINZANO, Giovedì 22 febbraio h. 19,30, assemblea precongressuale di presentazione della mozione Mussi. Interventi di mauro Maggio e Gigi Spedicato.

BANDOLI: IL MANIFESTO DEI SAGGI: UN PAPIER DI ELUSIONI

Fulvia Bandoli, 15 febbraio 2007

Verso il Congresso Ds. Nel documento elaborato a favore del Pd ci sono troppi temi assenti e dimenticati: dai conflitti globali e le loro motivazioni al riarmo, dalla laicità -definita solo per ciò che non è- alla necessità di un nuovo modello di sviluppo sostenibile. Appare soltanto come una sorta di quarta mozione prescrittiva dal percorso fumoso.
Ha ragione Zani, il Manifesto dei saggi è una sorta di quarta mozione che prescrive e detta condizioni, che esce in pieno congresso e che non si sa che percorso avrà.
I congressi dovranno adottare quel Manifesto? Se è così meglio sarebbe dirlo ora perchè i colpi di scena possono rendere più movimentata la vita, ma in politica fiaccano e svuotano la democrazia. E non è che di democratico abbia avuto molto il percorso finora fatto..a cominciare da Orvieto!
Da una lettura sommaria risultavano chiari due fatti: il Pd non farà parte del Pse, e i Ds e la Margherita si scioglieranno nel 2008. Ma leggendo con più attenzione tutto il testo, e magari anche rileggendolo, altre importanti cose andrebbero sottolineate.
Provo a mettere in fila quelle che visto io.
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BASE VICENZA: MUSSI, BENE LA CORREZIONE DI AMATO SUL TERRORISMO

''Fa piacere che oggi Giuliano Amato abbia ribadito in modo netto che non c'e' nessuna confusione tra manifestanti pacifisti e terrorismo''E' questo il giudizio espresso da Fabio Mussi sulla precisazione che il ministro dell'Interno ha fatto per sottolineare che nel mirino delle forze dell'ordine non ci sono manifestanti ma eventuali infiltrati.
''La correzione di Amato - ha aggiunto il ministro dell'Universita' e della Ricerca - e' giusta. Abbiamo combattuto per tante stagioni battaglie contro il terrorismo. Sono tanti anni che questa minaccia grava sulla societa' italiana e periodicamente riemerge. Abbiamo combattuto questa minaccia sempre difendendo il principio democratico e distinguendo tra la liberta' di manifestare e le azioni violente con minacce di morte''.(ANSA).

MUSSI: E' LS MAGGIORANZA CHE VUOLE ANDARE DA UN'ALTRA PARTE


''Non siamo noi, ma la maggioranza dei Ds che vuole andare da un'altra parte''.
Lo ha detto ai giornalisti Fabio Mussi a margine di un intervento in una sezione della Quercia. Al ministro dell'Universita' e della Ricerca Scientifica e' stato chiesto di esprimere un giudizio su una battuta fatta ieri da Vannino Chiti, che ha invitato il Correntone a non andare al congresso da un'altra parte.
''Anch'io mi auguro - ha detto Mussi - che nessuno vada da
un'altra parte anche se mi sembra che e' quello che la
maggioranza sta facendo. Anch'io vorrei che in Italia restasse un grande partito di sinistra e di ispirazione socialista. Non vorrei che vietassero al nostro paese di avere in futuro un partito di sinistra con identita' socialista''.(ANSA).

MUSSI: C'E' ANCORA SPAZIO PER FERMARE IL TRENO

Lo ha detto Fabio Mussi, riferendosi al congresso Ds e al confronto sulla nascita del Partito democratico. Il ministro dell'Universita' e della Ricerca Scientifica ha parlato in una sezione del partito della Quercia affollata di militanti.
Mussi e' tornato a criticare non solo i contenuti del
'manifesto' dei saggi, ma anche come e' stato presentato:
''L'hanno fatto uscire due giorni dopo la presentazione delle mozioni congressuali. Ma cosa si discute al congresso? Il manifesto o le mozioni? Tutto questo e' paradossale perche' prima ancora di approvare i documenti congressuali c'e' gia' un manifesto che dice come sara' il nuovo partito. E' molto forte l'impressione che si voglia un esito precostituito''.
Per Fabio Mussi il 'manifesto' e' come un supermercato dove
c'e' un po' di tutti. Si propone di unificare - ha detto con ironia - il cristianesimo e l'illuminismo. Idealmente la nascita del nuovo partito e' collocata alla fine del settecento, forse perche', nel secolo successivo e' comparso il movimento socialista''. Il leader del Correntone ha ancora ironizzato sul 'manifesto' suggerendo alla maggioranza di presentarlo al congresso come ''allegato di una mozione: cosi' faranno nascere
un partito preterintenzionale''.

MUSSI: AL CONGRESSO DISCUTEREMO MOZIONI O MANIFESTO PD?


L'impressione che l'esito sia precostituito è molto forte
Roma, 15 feb. (APCom) - AL congresso dei Ds si discuteranno e voteranno le tre mozioni congressuali oppure il manifesto del Partito democratico? È la domanda che si pone il candidato alla segreteria per la sinistra Ds, Fabio Mussi, che a margine della presentazione della sua mozione in una sezione della Quercia a Roma, ha osservato che "la tempistica" con la quale è stato presentato il Pd fa riflettere.

"Il manifesto è stato presentato poco dopo le mozioni - osserva Mussi -, dunque su cosa si discute al congresso del manifesto o delle mozioni? È una situazione paradossale dal momento che due di queste mozioni mettono in discussione la nascita del Pd. L'impressione che ci sia una precostituzione degli esiti è molto
forte".

Il leader della sinistra Ds critica anche nel merito il documento sottolineando che sembra "un supermercato, c'è di tutto. Si parla di unificare cristianesimo e illuminismo... idealmente siamo al '700, perché nell'800 è comparso il movimento socialista". Mussi torna quindi a criticare la presentazione del manifesto alla vigilia dei congressi che questo possa essere messo ai voti "in allegato", dando il Pd "già come fatto. Un intellettuale una volta parlò di 'nascita di un partito preterintenzionale'".

SALVI: IL MOBBING DI FASSINO CI HA CANCELLATI DALLA RAI

(ANSA) - ROMA, 14 FEB - ''Fa scomparire la sinistra in Italia
e ci impedisce di contraddirlo. Ha imposto su di noi un blackout
intollerabile per le reti di Stato e nemmeno sull'Unita' abbiamo
spazio''. Cesare Salvi, leader della sinistra Ds, insieme a
Fabio Mussi, in un'intervista al Giornale attacca il segretario
del suo partito, Piero Fassino.
Salvi parla di un ''blocco informativo che c'e' nei nostri
confronti'', definisce ''scandaloso il comportamento del
servizio pubblico radio-tv'' e rende noto di aver scritto al
presidente della Commissione Vigilanza Rai, Claudio Petruccioli,
chiedendogli di intervenire.
Il presidente della commissione Giustizia del Senato e'
convinto che ci sia un ''blackout voluto e richiesto dalla
dirigenza dei Ds''. ''Ci sono i dati oggettivi'', sostiene
Salvi, che porta come prova l'episodio di Matrix di qualche mese
fa. ''Il povero Mentana oso' mandare in onda un piccolo inserto
per far sentire la mia opinione sul Partito democratico, il
segretario ha inscenato in diretta una protesta veemente.
Immagini che cosa avrebbe fatto in Rai e che cosa fa al telefono
quando non e' davanti ai microfoni in diretta...''.
Per quanto riguarda la battaglia che la sinistra della
Quercia sta conducendo contro lo scioglimento del partito e
contro la confluenza nella nuova formazione politica, Salvi dice
che ''le iniziative vanno bene, tanti compagni non si
rassegnano, ma c'e' in atto - insiste - un potente mobbing,
specie in Emilia, una pressione senza precedenti''.
Secondo Salvi, si tratta di un'azione contro la ''sinistra
interna, giustificata forse dalla debolezza di consenso verso la
dirigenza e dalla debolezza implicita della proposta. In piu'
emerge - conclude Salvi - un esercizio spregiudicato del
potere''. (ANSA).

BR. LEONI: BASTA ATTACCHI GRAVI E INGIUSTI A CGIL

LE ISTITUZIONI DEMOCRATICHE HANNO RETTO ANCHE GRAZIE A SINDACATO

(DIRE) Roma, 14 feb. - "Anche stamane, durante il dibattito parlamentare sull'informativa del Ministro dell'Interno, sono stati pronunciati da qualche oratore discorsi ingiusti e gravi nei confronti della Cgil". A sottolinearlo e' Carlo Leoni, vice presidente della Camera, secondo il quale "si punta ad utilizzare la grave minaccia terroristica per attaccare il piu' grande sindacato italiano che, anche in questo caso, e' vittima dell'offensiva delle BR che hanno scelto di infiltrare propri uomini dentro l'organizzazione sindacale". Insomma, per l'esponente Ds "tutti debbono ricordare che, se nel corso della storia repubblicana, le istituzioni democratiche hanno retto ai numerosi e variegati assalti eversivi, lo si deve anche e per grandissima parte alla Cgil e a tutto il movimento sindacale". Cgil, spiega l'esponente della sinistra della Quercia, che "organizza milioni di lavoratrici e lavoratori, gente per bene mossa unicamente dalla volonta' di tutelare diritti fondamentali del mondo del lavoro e la liberta' per tutti i cittadini italiani. Questa organizzazione ha dato innumerevoli prove di fedelta' ai valori costituzionali e si e' sempre posta come argine contro ogni forma di violenza e di provocazione. E' ora- conclude Leoni- che il modo politico renda merito per tutto questo alla Cgil e all'insieme del movimento sindacale italiano."

ZANOTTI: NON BASTA IL MANIFESTO PER DEFINIRE IDENTITA'. FINIRA' IL MOBBING POLITICO

La mozione Mussi, per cui e' stato nominato portavoce a Bologna il consigliere comunale della Quercia Gian Guido Naldi, sara' presentata domani alle 20.30 nella sede della federazione provinciale di via della Beverara, sotto le Due Torri, nel corso di un'inizitiva pubblica.
La presentazione nazionale, invece, e' in calendario a Roma per il prossimo 18 febbraio.

"Noi vogliamo difendere l'unita' della colazione - spiega Naldi, nel presentare con Zanotti e con il sottosegretario Alfiero Grandi l'appuntamento di domani - per rafforzare la capacita' riformista del Governo, ma crediamo che la barca che sta partendo si sia inclinata a destra e stia imbarcando acqua. Per questo ci siamo spostati a sinistra, per non farla affondare. Questo significa che non restiamo a terra ma che vogliamo stare dentro al dibattito".

A rincarare la dose e' stato Grandi, secondo il quale "il congresso mettera' fine a questa fase di mobbing politico". Tuttavia, per Grandi "sebbene la mozione Fassino tenti di fare qualche apertura e sia migliore di quella dello scorso congresso, quando si arriva al passaggio sui motivi per i quali si deve fare il Pd non si trova alcuna spiegazione. Cosi' si va avanti per trascinamento e per stanchezza e credo che molti aderiranno perche' non ne possono piu' di un dibattito che distrae dall'attenzione principale che deve essere il Governo". Insomma, per Grandi si tratta di "pasticcio" politico.

BANDOLI NON ADERIRA' AL PSE E I DS SI SCIOGLIERANNO ENTRO UN ANNO

MOZIONE FASSINO DICE AGLI ISCRITTI SOLO META' DELLA VERITA'

Roma, 12 feb. - (Adnkronos) - "Leggerò meglio il testo quando uscirà ma posso dire che dalle anticipazioni di agenzia sul 'Manifesto per il Partito Democratico' stilato dai saggi già si capiscono chiaramente almeno due cose, molto utili alla discussione e a sciogliere i dubbi di coloro che sulla questione del socialismo europeo si dicono non disponibili a rinunciare". Lo osserva Fulvia Bandoli della Sinistra Ds.

"La prima -spiega- è che il nuovo partito non aderirà al Partito del Socialismo Europeo, perchè la proposta è quella di formare un gruppo autonomo che con il Pse abbia solo rapporti da definire in futuro.

La seconda è che il nuovo partito si formerà entro il 2008 , e dunque non è una forzatura dire che entro un anno si scioglieranno sia i Ds sia la Margherita".

"Cercare di tranquillizzare gli incerti (che sono tanti) affermando come fa la Mozione Fassino che i Ds non si sciolgono dopo il congresso di aprile è solo un modo sbagliato e un po' 'veterocomunista' di dire agli iscritti metà della verità", conclude.

BANDOLI: Il MANIFESTO? FASSINO DICE SOLO MEZZA VERITA'

(AGI) - Roma, 12 feb. - "Tranquillizzare gli incerti (che sono tanti) affermando come fa la Mozione Fassino che i Ds non si sciolgono dopo il congresso di Aprile è solo un modo sbagliato e un po' 'veterocomunista' di dire agli iscritti metà della verita'".

Questo il commento dell'esponente Ds, Fulvia Bandoli, ai contenuti del manifesto del Pd stilato dai saggi.

"Leggerò meglio il testo quando uscirà - dice la Bandoli - ma posso dire che dalle anticipazioni di agenzia sul Manifesto per il Partito Democratico stilato dai saggi si capiscono chiaramente almeno due cose molto utili alla discussione e a sciogliere i dubbi di coloro che sulla questione del socialismo europeo si dicono non disponibili a rinunciare: la prima - sottolinea - è che il nuovo partito non aderirà al Partito del Socialismo Europeo perchè la proposta è quella di formare un gruppo autonomo che con il Pse abbia solo rapporti da definire in futuro.

La seconda è che il nuovo partito si formerà entro il 2008 , e dunque non è una forzatura dire che entro un anno si scioglieranno sia i Ds sia la Margherita".
"Cercare di tranquillizzare gli incerti (che sono tanti) affermando come fa la Mozione Fassino che i Ds non si sciolgono dopo il congresso di Aprile - e' la conclusione - e' solo un modo sbagliato e un po' 'veterocomunista' di dire agli iscritti metà della verità".

SALVI: I DS SARANNO FUORI DAL PSE

RUTELLI E FASSINO, COME KANT, PROVANO A RICONCILIARE CRISTIANESIMO E ILLUMINISMO.

Roma, 12 feb. - (Adnkronos) - "Sempre più ampie e nobili, sul piano storico come su quello geografico, e persino filosofico, le ambizioni del costituendo partito democratico. Non basta più riconciliare post comunisti e post democristiani, proclamando con quindici anni di ritardo la caduta dei muri del Novecento. Ora l'obiettivo è più ambizioso: riconciliare illuminismo e cristianesimo. Dopo il tentativo di Emanuele Kant, la palla ora passa a Fassino e Rutelli". E' il commento sarcastico di Cesare Salvi al 'Manifesto' per il Pd.

"Quanto ai rapporti internazionali, ci si propone una nuova alleanza planetaria: ben oltre l'Ulivo mondiale, teorizzato a suo tempo (con il successo che ben si conosce). Al di la' dell'abbondante aria fritta, purtroppo c'è un solo dato reale e concreto che emerge dal 'Manifesto': il nuovo partito si colloca fuori dal Pse.

E al riguardo -conclude Salvi- non resta che condividere dalla prima all'ultima parola quello che ha dichiarato oggi una personalità importante della storia della sinistra italiana, Emanuele Macaluso".

LEONI: UN PARTITO NON PIU' DI SINISTRA

AFFERMAZIONI GENERICHE, E' CERTO SOLO CHE i DS NON CI SARANNO PIU' DAL 2008

(DIRE) Roma, 12 feb. - "E' il manifesto di un partito provinciale e non piu' di sinistra". Lo dice Carlo Leoni, vicepresidente della Camera ed esponente della Sinistra Ds. "Del 'Manifesto per il partito Democratico' cio' che colpisce maggiormente e' la genericita' di molte affermazioni in esso contenute", spiega Leoni, il quale aggiunge che "la colpa non e' ovviamente degli estensori, tutte persone di apprezzata qualita' intellettuale, ma di chi ha fornito loro, al fine di metterlo in 'bella copia', un materiale politico incerto e confuso". Secondo il vicepresidente della Camera "si preannuncia il profilo di un nuovo partito senza pronunciare parole chiare sulle domande fondamentali: senza rispondere alle quali, non puo' nascere un soggetto politico moderno. In quale famiglia politica europea si collochera' il Pd? Quali forze sociali intende rappresentare? E contro chi? Quali diritti civili e di liberta' si intende tutelare?". Dal manifesto vengono "solo affermazioni inevitabilmente generiche. L'unica cosa chiara e' che nel 2008 non ci saranno piu' i DS e l'Italia sara' l'unico paese europeo privo di una grande forza socialista e di sinistra. E' infatti il manifesto di un partito non piu' di sinistra- conclude Leoni- di un partito dalla dimensione provinciale. La sinistra italiana merita di piu' e di meglio".

SALVI: AMPIO E NOBILE, DOPO KANT TOCCA A FASSINO

OLTRE L'ARIA FRITTA UNA COSA E' CERTA: IL PARTITO STARA' FUORI DAL PSE



(DIRE) Roma, 12 feb. - "Sempre piu' ampie e nobili, sul piano storico come su quello geografico, e persino filosofico, le ambizioni del costituendo partito democratico. Non basta piu' riconciliare post comunisti e post democristiani, proclamando con quindici anni di ritardo la caduta dei muri del Novecento. Ora l'obiettivo e' piu' ambizioso: riconciliare illuminismo e cristianesimo. Dopo il tentativo di Emanuele Kant, la palla ora passa a Fassino e Rutelli". E' ironico il commento di Cesare Salvi sul documento programmatico del Pd pubblicato oggi dalle agenzie di stampa. Quanto ai rapporti internazionali, prosegue il senatore della sinistra Ds, "ci si propone una nuova alleanza planetaria: ben oltre l'Ulivo mondiale, teorizzato a suo tempo (con il successo che ben si conosce). Al di la' dell'abbondante aria fritta, purtroppo c'e' un solo dato reale e concreto che emerge dal 'Manifesto': il nuovo partito si colloca fuori dal Pse". E al riguardo, conclude Salvi, "non resta che condividere dalla prima all'ultima parola quello che ha dichiarato oggi una personalita' importante della storia della sinistra italiana, Emanuele Macaluso".

BANDOLI: SE NON SI ADERIRA' A PSE I DS SI SCIOGLIERANNO

(ANSA) - ROMA, 12 feb - ''La mozione Fassino dice dunque solo mezze verita'. Leggero' meglio il testo quando uscira', ma posso dire che dalle anticipazioni sul manifesto per il PD stilato dai saggi si capiscono chiaramente almeno due cose, molto utili alla discussione e a sciogliere i dubbi di coloro che sulla questione del socialismo europeo si dicono non disponibili a rinunciare''. Lo afferma Fulvia Bandoli deputato della sinistra Ds commentando i contenuti del manifesto per il Partito Democratico. ''La prima - prosegue - e' che il nuovo partito non aderira' al Partito del Socialismo Europeo, perche' la proposta e' quella di formare un gruppo autonomo che con il Pse abbia solo rapporti da definire in futuro. La seconda - sottolinea ancora - e' che il nuovo partito si formera' entro il 2008 , e dunque non e' una forzatura dire che entro un anno si scioglieranno sia i Ds sia la Margherita''. ''Cercare di tranquillizzare gli incerti (che sono tanti) - conclude Bandoli - affermando come fa la mozione Fassino che i Ds non si sciolgono dopo il congresso di aprile e' solo un modo sbagliato e un po' veterocomunista' di dire agli iscritti meta' della verita'''.(ANSA).

giovedì 15 febbraio 2007

RIPARTIAMO DAL SOCIALISMO

Documento dalla Toscana,13 febbraio 2007.
Verso il Congresso Ds. Se da una parte procede la proposta del PD, dall'altra deve radicarsi e crescere il progetto del rilancio del socialismo, per l'Italia e l'Europa. Un progetto che deve parlare a tutta la sinistra italiana, lavorando a ricomporre quello che rimane delle disparse membra del movimento operaio socialista e comunista.


L'assemblea nazionale delle componenti DS che hanno dato vita l'11 novembre scorso al Manifesto dei valori per la sinistra italiana non ha espresso solo e tanto la contrarietà all'indistinto, e confuso, progetto del partito democratico, ma anche, e soprattutto, la necessità del rilancio di una prospettiva politica e culturale socialista, come piattaforma valoriale e programmatica ritenuta comune ed estensibile sia ai democratici di sinistra, sia a tutta la sinistra italiana.
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mercoledì 14 febbraio 2007

ACQUA: UN DIRITTO, NON UNA MERCE

LA SINISTRA DS LECCE ADERISCE ALLA CAMPAGNA "ACQUA PUBBLICA"

PROPOSTA DI LEGGE D’INIZIATIVA POPOLARE PER LA TUTELA, IL GOVERNO E LA GESTIONE PUBBLICA DELLE ACQUE E LA RIPUBBLICIZZAZIONE DEL SERVIZIO IDRICO.
RAGGIUNTA LA PRIMA TAPPA!! Le 50'000 firme necessarie per legge sono state raccolte in meno di un mese. La Campagna continua per raccogliere ancora centinaia di migliaia di firme.
ADERISCI ALL'INIZIATIVA. VAI AL SITO WEB:
WWW.ACQUABENECOMUNE.ORG

lunedì 12 febbraio 2007

CALENDARIO CONGRESSI NELLE SEZIONI DELLA PROVINCIA


Clicca QUI per scaricare il calendario completo dei congressi nelle sezioni della provincia di Lecce.

PARABITA, LUNEDI' 12 FEBBRAIO, sezione DS ore 18. Partecipa Gigi Spedicato (COORD. REG. MOZIONE MUSSI)
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MELISSANO, VENERDI' 12 FEBBRAIO, sezione DS ore 17,30. Partecipa Egidio Zacheo (MOZIONE MUSSI)
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TREPUZZI, GIOVEDI' 15 FEBBRAIO, sala consigliare ore 18,30. Partecipa Gigi Spedicato (COORD. REG. MOZIONE MUSSI)
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SALICE SALENTINO, VENERDI' 16 FEBBRAIO sezione DS ore 19,30. Partecipa Gigi Spedicato (COORD. REG. MOZIONE MUSSI)

domenica 11 febbraio 2007

CALDAROLA: LA SINISTRA NON PUO' SCOMPARIRE

Verso il Congresso Ds
Se i Ds si scioglieranno bisognerà pensare a una nuova forza socialista di rango europeo che contrasti il Partito Democratico, una formazione senza identità, elitaria, chiusa verso la società civile. Il rischio infatti è quello che il nuovo partito si riduca ad un'operazione lobbistica che non rispecchia le necesità del Paese


Non ho aderito alla mozione Mussi, né lo farò ora, ma la voterò nel congresso della mia sezione. Quando la stagione dei congressi sarà terminata e verrà proclamato il risultato, se la mozione del segretario Fassino, quella che propone lo scioglimento dei Ds nel Partito Democratico, avrà vinto, io lascerò immediatamente il partito. Non mi piacciono i funerali.
Lo scioglimento del Pci fu un momento drammatico, di passioni forti. Chi, come me, fu favorevole, prese atto di una storica sconfitta e si immaginò una rinascita della sinistra nell'alveo del socialismo democratico europeo. Lo scioglimento dei Ds è del tutto immotivato e provoca in me una rabbia infinita. Il Partito Democratico che si andrà, forse, a costruire non è una necessità del Paese. Non ha modelli, è fuori anche dalla tradizione americana a cui sostiene di riferirsi. Negli Usa il Partito Democratico ha un profilo politico, una pluralità di posizioni, una storia, ha persino una tradizione che si tramanda di famiglia in famiglia. E', al modo americano, identitario.
Qui si propone al contrario un partito a-identitario, che scioglie la sinistra, che si allontana dal campo delle forze del socialismo europeo. Il carattere a-identitario del Partito Democratico - non basterà un Manifesto di saggi pieno di buone parole a colmare questa mancanza di riferimenti - farà tornare in gioco la vecchie "querelle" sul superamento dei concetti dei destra e sinistra. Se il Partito non ha idee forti, l'elettore sceglierà solo le persone dovunque crederà di trovare quelle che difendono i suoi interessi o parlano la sua lingua. Il Partito Democratico che scioglie la sinistra porterà al massimo livello una delle malattie mortali del sistema politico: il proliferare dei partiti personali. Lobby e clan saranno la base organizzativa, sia nel territorio sia a livello nazionale. Il cittadino si iscriverà alla nuova formazione incardinato sul personaggio "tizio" o "caio".
Sarà un partito a numero chiuso: il patto di convivenza fra i due promotori al centro e in periferia conterrà una esasperazione del metodo Cencelli nella distribuzione degli incarichi, degli incarichi di ogni tipo.
La società civile resterà esclusa in via di principio. L'autosopravvivenza dei gruppi dirigenti non lascerà alcuna finestra aperta. Chi c'è, c'è. Il sistema della cooptazione sarà la regola. Le primarie, diverranno la sanzione di una politica contrattata dall'alto. Pensavamo di essere nel XXI secolo, torniamo all'età giolittiana.
Se i Ds si scioglieranno bisognerà pensare a una nuova forza socialista di rango europeo, socialista moderna,che sappia unire vecchi e nuovi socialisti, il mondo laico e dei diritti, che metta a confronto i riformismi anche quelli più radicali. Ne discuteremo. L'unico punto fermo è che la sinistra non può scomparire. Il volto di questo Paese, se ciò avvenisse, cambierebbe, in peggio.

Peppino Caldarola, 10 febbraio 2007

sabato 10 febbraio 2007

INTERVISTA A MUSSI SU RICERCA E FONDI EUROPEI

DALL'EUROPA UNA BOCCATA DI SCIENZA


Intervista di Marcantonio Lucidi e Simona Maggiorelli al ministro di Università e Ricerca da "Left".

Il ministro dell’Università e della Ricerca scientifica Fabio Mussi risponde a "Left" dopo il dossier della settimana scorsa sui guai della ricerca scientifica italiana. «Bisogna risolvere l’emergenza del precariato con un piano di assunzioni rigoroso e senza infornate». Mussi parla di nuovi finanziamenti, di opportunità europee e della nuova Agenzia di valutazione. E spiega perché non si è dimesso: perché ci crede ancora.

Per leggere l'intervista completa clicca QUI

venerdì 9 febbraio 2007

GIOVANI PUGLIESI: PARTE LA RACCOLTA FIRME A SOSTEGNO DELLA MOZIONE MUSSI

FIRMA ANCHE TU! FATTI SENTIRE!
Un folto gruppo di giovani pugliesi, tesserati Ds e Sg, che ripudiano la costituzione di un Partito Democratico spurio e senza "sostanza" politica, ha avviato una campagna di raccolta firme per manifestare il proprio dissenso e la netta opposizione ad una gestione partitica elitaria, sorda ed autoreferenziale.

Scaricate, leggete e fate circolare il documento che promuove l'iniziativa, Giovani Pugliesi per la Mozione N. 2 , apponendo in calce le firme dei compagni (esempio: Fabio Rossi - Sg Lecce). Inoltre potete contribuire ugualmente inviando i vostri nominativi a sinistradslecce@tiscali.it

Di seguito elenchiamo sinteticamente le richieste esposte, più dettagliatamente, nel documento:

1. Un dibattito che ponga attenzione alle giovani generazioni
2. Recuperare la funzione “pedagogica” del partito
3. Una sinistra in grado di parlare ai giovani
4. Ridare voce alla militanza
5. Un progetto di società alternativo a quello del centrodestra
6. Ripensare il socialismo
7. La lezione francese
8. Una sinistra socialista ancorata ai bisogni di questo nuovo secolo

PD: CALDAROLA, VOTERO' LA MOZIONE MUSSI


Roma, 9 feb. - (Adnkronos) - ''Al congresso nazionale non partecipero', ma a quello della mia sezione di Bari centro si', e votero' la mozione Mussi, l'unica che si oppone davvero alla nascita del partito democratico''. Ad annunciarlo in una intervista a 'L'Unita' e' Giuseppe Caldarola, che avverte: ''Se al congresso dovesse prevalere la mozione che scioglie i Ds, riconsegnero' immediatamente la tessera''. ''Finche' ci sara' l'Ulivo -sottolinea Caldarola- restero' in quel gruppo parlamentare, quando nascera' il Pd non potro' piu' aderire. Intendo mettermi a disposizione del progetto di dar vita a una nuova formazione socialista e liberale, che abbia al suo interno una componente radicale''. Nascera' un altro partito del centrosinistra?''Tra il Pd e il Prc -replica- ci sara' una prateria e questo e' uno dei peggiori effetti collaterali della fusione Ds-Margherita: i promotori dovevano metterlo in conto. Li' in mezzo si apre lo spazio per una grande sinistra riformista''.

MUSSI: "LA GRANCASSA SUL PARTITO DEMOCRATICO E' DEL TUTTO A SPROPOSITO"


Il disegno di legge sui diritti dei conviventi, anche omosessuali - approvato dal Consiglio dei Ministri - è con tutti i suoi limiti un passo importante in direzione di un'Italia più civile e più europea. Si rompono dei tabù, e si va incontro alla libertà delle persone. Bindi e Pollastrini hanno fatto un buon lavoro. E' un testo di compromesso. In particolare, Ds e Margherita si sono mossi da posizioni lontane, per trovare alla fine un punto di mediazione. Era già avvenuto sulla questione delle staminali e della libertà della ricerca scientifica. La grancassa sul partito democratico è del tutto a sproposito. L'episodio non dimostra la maturità di un solo partito, ma la chiara esistenza di due partiti diversi dentro una coalizione democratica.

BUFFO: MA IL PD NON DOVEVA PRODURRE MEDIAZIONI ALTE?


(AGI) - Roma, 9 feb. - Gloria Buffo, della sinistra DS, afferma in una nota di aver letto "con stupore che per Fassino la legge sulle convivenze uscita dal Cdm sarebbe il primo risultato positivo del Partito Democratico. Ma il Pd non doveva produrre mediazioni alte?". "Qui troviamo la mediazione piu' bassa possibile e per i Ds anche una rinuncia sui principi: il pubblico riconoscimento delle coppie di fatto non c'e' e il poco che viene concesso e' occultato in modo ipocrita. Vabbe' che non siamo la Germania di Lutero e, purtroppo, la Francia dei lumi ma il testo uscito dal Consiglio dei Ministri e' piu' blando di quello di molti paesi meno avanzati del nostro. L'Italia - conclude Buffo - e' indiscutibilmente gia' pronta a qualcosa di piu'". (AGI)

LEONI: BENE CALDAROLA, ESITO DEL CONGRESSO QUANTO MAI APERTO


Mozione Mussi punto d'incontro per chi non rinuncia al socialismo

Roma, 9 feb. (Apcom) - "Apprezzo molto l'intervista a Peppino Caldarola, sull'Unità di oggi, nella quale annuncia la sua scelta di votare, al proprio congresso di sezione, per la mozione Mussi, considerandola giustamente 'l'unica che si oppone davvero alla nascita del Partito Democratico'". Lo afferma in una nota Carlo Leoni esponente della Sinistra Ds. "La scelta di Caldarola dimostra che la Mozione Mussi non rappresenta una 'sinistra radicale interna ai DS' - osserva Leoni -, ma il punto d'incontro di tutti coloro che non vogliono che l'Italia diventi l'unico Paese europeo privo di una grande forze socialista di governo. E' inoltre un'ulteriore dimostrazione del fatto che l'esito del congresso dei DS è quanto mai aperto e che nessuno può dare per scontato il via libera degli iscritti dei DS al Partito Democratico".

MUSSI A FASSINO: NON PUOI DIRMI ENTRA DENTRO


(AGI) Roma, 8 feb. - "Io invito a riflettere la maggioranza. Credo che la maggioranza dei democratici di sinistra stia tentando di fare una cosa che non ha futuro". Cosi' Fabio Mussi replica al segretario dei Ds Piero Fassino. "Il segretario - spiega Mussi - non puo' chiedermi di far parte del progetto nel momento in cui si fa un congresso per decidere se andare avanti su quel progetto. Fassino dovra' avere la pazienza di consentirmi di fare un congresso, di presentare, come ho fatto, un documento che si oppone al progetto del partito democratico e dare ai Ds un'alternativa. Non puo' gia' dire entra dentro. Deve misurarsi - conclude Mussi - con una ipotesi alternativa alla sua. I congressi servono a questo".(AGI)

mercoledì 7 febbraio 2007

MUSSI: RISPETTO SOFRI, MA STAVOLTA E' USCITO DAL SEMINATO


Roma, 7 feb. (Adnkronos) - Non e' andata giu' a Fabio Mussi la 'reprimenda' che Adriano Sofri ha pronunciato ieri nei confronti della minoranza diessina che, nel combattere il progetto del Pd, mette in conto la scissione come sbocco estremo della propria scelta politica. "Rispetto Adriano Sofri, sono sempre stato favorevole alla grazia -osserva il ministro e candidato segretario della Sinistra al quarto congresso dei Ds- e trovo molto stimolanti certi suoi interventi. Ieri pero' e' andato fuori dal seminato, quando si e' assunto l'onere di lanciare un anatema verso le minoranze Ds. Francamente me lo sarei risparmiato". Mussi e Sofri si conoscono da molti anni, dai tempi in cui l'attuale ministro dell'Universita' frequentava la Normale a Pisa. "Lui era di Lotta Continua e io del Pci e, come e' noto, tra Lc e Pci non correva buon sangue e i rapporti erano tesi. Lui -aggiunge Mussi tornando all'attualita'- e' libero di fare la scelta che vuole: puo' cominciare con Lotta Continua e finire nel Pd, io non discuto le sue decisioni ma, perlomeno, cerchi di fare altrettanto". Ieri nel corso della presentazione della mozione congressuale di Piero Fassino, alla quale e' intervenuto anche l'ex leader di Lc, Sofri aveva sostenuto di non comprendere la posizione della Sinistra diessina. Di fronte "ai problemi planetari, come la fame, le malattie o alla questione ambientale -aveva sostenuto Sofri- e' grottesca, derisoria l'idea che Mussi, Salvi o Angius escano dai Ds".

MUSSI: LA VITTORIA AL CONGRESSO E' FERMARE IL TRENO DEL PD


(AGI) - Roma, 7 feb. - "Andiamo a questo congresso non per rendere testimonianza ma per vincerlo cioe' per fermare il treno del Pd e tenere aperta per la sinistra e per l'Italia un'altra prospettiva: dare al Paese una grande forza di ispirazione socialista". Alla presentazione della seconda mozione congressuale, dal titolo 'a sinistra per il socialismo europeo', il candidato-segretario del nuovo correntone diessino, Fabio Mussi, ribadisce cosi' tutta la determinazione con cui affronta la sfida della quarta assise della Quercia. Quella che considera di vitale importanza. "E' il congresso che decide - scandisce il ministro per la Ricerca e l'Universita' - l'avvenire della sinistra". E a chi gli domanda se, in caso di sconfitta, si andra' alla scissione del partito, Mussi non abbandona la prudenza: "si cammina un passo alla volta, ora andiamo per vincere". E seduto al suo fianco, gli fa eco, con vocione romanesco, Cesare Salvi con lo slogan guevariano, "hasta la victoria siempre". Insieme ai due, gli altri tre primi firmatari della mozione: l'ambientalista Fulvia Bandoli, il 'reduce' del vecchio Psi, Valdo Spini, e il segretario confederale della Cgil, Paolo Nerozzi.(AGI) Gim

MUSSI LANCIA LA MOZIONE


(ANSA) - ROMA, 7 feb - Dopo la maggioranza, anche la Sinistra Ds da' il via alla campagna congressuale, presentando la sua mozione 'A sinistra per il socialismo europeo' con la quale cerchera' di impedire il via libera al partito democratico con la proposta della creazione ''di un grande partito della sinistra di ispirazione socialista'' che metta fine alle divisioni a sinistra e sia ancorato nel socialismo europeo. ''Noi - esordisce il leader della Sinistra Ds - abbiamo piena consapevolezza dell'importanza del congresso. E' il congresso che decide e decide dell'avvenire della sinistra italiana. Le idee cardine della nostra mozione sono due: unita' della coalizione del centrosinistra, che deve governare, e autonomia della sinistra. Noi andiamo al congresso non per rendere testimonianza ma per vincere''. Mussi, e con lui gli altri leader della Sinistra Ds (Cesare Salvi, Valdo Spini, Fulvia Bandoli e Paolo Nerozzi) appare molto agguerrito e ricorda che la Sinistra della Quercia raccoglie 36 parlamentari italiani ed europei. Ma alla domanda se al congresso le minoranze vanno anche per rompere, va cauto: ''Si cammina un passo alla volta, ora andiamo per vincere''. Un nuovo socialismo e' la parola chiave della battaglia congressuale della Sinistra, che propone ''un rinnovamento profondo dei Ds'' e la creazione di un partito di sinistra che superi la frantumazione politica odierna. ''Un partito - afferma Mussi - e' un'identita', un simbolo, un sistema di valori. Il progetto del Pd, invece, prevede la cancellazione dal simbolo dei Ds di due immagini (la quercia e la rosa socialista) e di due parole: sinistra e socialismo''. E al presidente Ds Massimo D'Alema, che vede nel Pd la via per andare oltre il socialismo, la mozione della Sinistra replica in modo netto. ''Anche noi - spiega Mussi - vogliamo aprirci a nuove culture ma il progetto del Pd non va oltre il Pd ma fuori e indietro''. Sulla collocazione internazionale Mussi evidenzia che la soluzione non c'e' e il Pd ''rischia di nascere homeless, senza casa'', mentre Spini lancia un appello a Boselli, corteggiato anche dalla maggioranza, per unirsi al progetto. ''Se un partito e' una coalizione - attacca l'ambientalista Bandoli, replicando a D'Alema - e' solo un partito di correnti e lobby''. E Salvi mette l'accento sul fatto che ''noi diciamo solo un no, al Pd, ma molti si' per un rinnovamento profondo dei Ds e un'iniziativa unitaria di tutte le forze della sinistra''.(ANSA). FEL

NO AL PARTITO DEI SENZA CASA


(DIRE) Roma, 7 feb. - "Questo e' il congresso che decide il futuro dei Ds e della sinistra italiana. Noi diciamo 'no' ad un partito homeless, senza casa. Un partito che non va 'oltre' il socialismo, ma che va indietro e fuori dalla nostra tradizione". Fabio Mussi lancia la mozione della sinistra Ds al congresso e punta dritto contro il progetto politico della segreteria. Il documento si ispira a due parole d'ordine, spiega Mussi ai giornalisti riuniti a Montecitoirio: "'Unita'', della coalizione di centrosinistra che governa il paese e deve farlo per 5 anni; 'autonomia', perche' siamo convinti che nella coalizione c'e' bisogno di una presenza forte della sinistra e di una grande partito di ispirazione socialista. La loro mozione invece in un colpo solo cancella la rosa del socialismo e la quercia dal simbolo e le parole sinistra e socialismo dal nome". Per ora di scissioni non se ne parla. "Un passo alla volta -dice Mussi- ora vogliamo vincere il congresso, cioe' ottenere il consenso necessario a bloccare il percorso verso il Pd. Noi vogliamo rinnovare i Ds e costruire un partito piu' grande che superi la frantumazione della sinistra italiana". Mussi non pronuncia mai il nome di Fassino e alla fine quando paragona la mole delle rispettive mozioni lo chiama "il segretario". "La mia e' circa la meta' di quella del segretario", dice ai giornalisti. Cesare Salvi chiosa: quando si hanno le idee chiare bastano poche parole". Salvi, Mussi, Fulvia Bandoli, Valdo Spini e Paolo Nerozzi, sono i primi cinque firmatari. "Ma ce ne sono molti altri- dice Mussi- a cominciare da 36 deputati, senatori e parlamentari europei che rappresentano una bella rappresentanza anche dal punto di vista istituzionale". Quindi il leader della sinistra Ds inizia un fuoco di fila, garbato, all'indirizzo della segreteria che "vorrebbe fare un 'partitone' partendo da un'operazione che e' essenzialmente la fusione di Ds e Dl e che raggiunge a stento il 31 %", spiega. "L'Ulivo che noi per primi abbiamo sostenuto- aggiunge- prendeva il 44% dei voti ed era composto da molti altri soggetti. Poi per strada abbiamo perso Di Pietro, Mastella, il Pdci...". Soprattutto resta irrisolto il nodo della collocazione internazionale. "Ed e' un fatto contraddittorio- spiega- che si sottolineino i caratteri mondiali, globali della politica del Pd e poi non si sappia bene dove collocarsi nel proprio paese. Insomma il Pd e' un partito 'homeless', che non sa dove accasarsi". (Rai/ Dire)

martedì 6 febbraio 2007

GOVERNO: MUSSI, PORTEREMO AVANTI IL NOSTRO PROGRAMMA


(ANSA) - CASERTA, 5 FEB - ''Il Governo va e portera' avanti il suo programma''. Lo ha detto ai giornalisti il ministro dell'Universita', Fabio Mussi, a margine della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2006/2007, svoltasi nell'auditorium della scuola sottufficiali dell'Aeronautica, nel Palazzo reale di Caserta. ''Abbiamo uno o due voti di maggioranza al Senato - ha spiegato - ma questo e' il dato politico noto dall'inizio della legislatura, e naturalmente dobbiamo affrontare problemi che sono spesso spinosi''. ''Sono convinto - ha aggiunto Mussi - che li affronteremo ritrovando ogni volta la coesione della maggioranza ed arriveremo in fondo alla legislatura avendo cambiato un bel po' di cose in Italia''. (ANSA).

ZANOTTI: INTIMIDITI I MILITANTI DUBBIOSI SU "FASSINO"


(DIRE) Bologna, 5 feb. - "Sto avvertendo in giro per i territori un clima che non mi piace: e voglio parlare esplicitamente in questa sede di un clima di intimidazione nei confronti di compagni che hanno dubbi e non sono cosi convinti di firmare la mozione di maggioranza" sul Partito Democratico. La denuncia e' del deputato bolognese dei Ds, Katia Zanotti, esponente della minoranza di Fabio Mussi. Zanotti e' intervenuta stamane alla riunione della direzione regionale del partito convocata per approvare il regolamento sul congresso. La deputata della sinistra interna alla Quercia non ha pero' fatto nomi degli autori delle presunte "intimidazioni telefoniche" limitandosi a precisare che si tratta di "zelanti dirigenti e anche colonnelli" del partito, che gli episodi riguarderebbero alcuni segretari di sezione "che mi hanno telefonato personalmente". "Se questa situazione non cessera'- ha spiegato piu' tardi ai giornalisti Zanotti- convochero' una conferenza stampa con gli stessi segretari di sezione". Assente, perche' influenzato, il segretario regionale dell Quercia, Roberto Montanari. La prima replica a Zanotti e' arrivata dal coordinatore della segretaria, Giorgio Sagrini: "Si tratta di una denuncia sbagliata e infondata, che non ha alcun tipo di riscontro. Al congresso ci sara' il voto segreto e quindi la massima liberta' di espressione"

UNIVERSITA': MUSSI, ATENEI E RICERCA PRIORITA' DEL GOVERNO


(ANSA) - CASERTA, 5 FEB - L'Universita' e la ricerca scientifica sono una priorita' del Governo. Lo ha ribadito a Caserta, intervenendo a conclusione della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico della Seconda Universita' degli Studi di Napoli, il ministro dell'Universita', Fabio Mussi. ''Qualche settimana fa, proprio a Caserta per la riunione dopo la finanziaria del consiglio dei Ministri - ha aggiunto Mussi - abbiamo ridefinito un programma per la legislatura. E tra i dieci punti programmatici indicati dopo quella riunione, il primo fra tutti e' la formazione e la ricerca scientifica. Naturalmente e' l'annuncio di una priorita' che deve essere ora riempita, seguita dai fatti. Pero' gia' la definizione di una priorita' e' un atto importante''. (ANSA).

LEONI: FRANCESCHINI ANNUNCIA L'ULTIMO CONGRESSO DELLA QUERCIA E DL


Roma, 5 feb. (Adnkronos) - Ora e' davvero certo: i prossimi congressi 'paralleli' Ds e Dl saranni gli ultimi, perche' i due partiti verranno sciolti per dare vita al Pd. Lo sottolinea Carlo Leoni, esponente della Sinistra Ds, in una dichiarazione. Il capogruppo dell'Ulivo alla Camera Dario Franceschini propone che l'assemblea costituente del Pd si svolga a luglio e allora "chi puo' ancora sostenere che questo non sara' l'ultimo congresso dei Ds? Ancora una volta -afferma Leoni- constatiamo che e' il gruppo dirigente della Margherita a dettare ai Ds i tempi per la nascita del Pd. Senza aver sciolto nessuno dei nodi (dalla collocazione internazionale, alla propria idea di laicita', tanto per citare gli esempi ormai piu' noti), ci viene detto che tra fine aprile e luglio nascera' il Pd. Dopo tutto questo, c'e' ancora qualcuno capace di sostenere che se vincesse la mozione Fassino questo non sara' l'ultimo congresso dei Ds".