giovedì 27 dicembre 2007

Auguri

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venerdì 21 dicembre 2007

Una nuova Sinistra, un nuovo Mezzogiorno

Venerdì 28 dicembre si terrà a Tricase un'assemblea pubblica sul tema "Una nuova Sinistra, un nuovo Mezzogiorno". Interverranno gli esponenti della segreteria cittadina de "la Sinistra", il prof. Gigi Spedicato di Rifondazione Comunista, il coordinatore prov. di Sinistra Democratica prof. Egidio Zacheo e il capogruppo al Senato di Sinistra Democratica, Cesare Salvi.
L'appuntamento è alle 18.30 presso la Biblioteca comunale.

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Inaugurazione della sezione di Alliste-Felline

Giovedì, 27 dicembre sarà inaugurata la sezione di Sinistra Democratica di Alliste-Felline. All'iniziativa parteciperanno: il senatore Cesare Salvi, la deputata Alba Sasso, il coordinatore provinciale Egidio Zacheo ed il coordinatore regionale Enzo Locaputo.
Nel corso della serata sarà scoperta una targa realizzata dall'artista Luigi Sicuro in memoria dell'On. Pio La Torre, ucciso dalla mafia il 10 aprile 1982.
L'appuntamento è alle ore 18.00 in piazza San Quintino n. 8, ad Alliste.

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lunedì 17 dicembre 2007

Assemblea Regionale di Sinistra Democratica

L'Assemblea Regionale di Sinistra Democratica si terrà a Bari mercoledì 19 dicembre alle ore 17.00, presso l'Hotel Excelsior. Si tratta per la nostra organizzazione di un appuntamento importante, pensato per riportare a livello territoriale la discussione svolta a Roma, durante gli Stati Generali della Sinistra. E' attraverso momenti assembleari come questo che dobbiamo e vogliamo lanciare il segnale del nostro impegno lungo la strada della costruzione di un nuovo soggetto della Sinistra e degli Ecologisti: un soggetto unitario, plurale, federativo.
Il soggetto della sinistra e degli ecologisti dovrà crescere, anche nella nostra regione, attraverso un processo popolare, democratico e partecipato, aperto alle adesioni collettive e singole, per radicarsi in tutti i territori e ad ogni livello.
Ecco perché vi invito a promuovere e a stimolare la massima partecipazione possibile all'Assemblea Regionale del 19 dicembre.

Enzo Locaputo, Coordinatore reg.le SD

domenica 16 dicembre 2007

Una nuova "Cerano" a poche miglia dalla costa di Otranto

Nascerà una nuova Cerano, a 40 chilometri circa dalle coste otrantine. Sarà in Albania, in base ad un protocollo firmato una settimana fa da Romano Prodi, Sali Berisha e l’a.d. Enel, Scaroni. Una nuova centrale a carbone da 1300 megawatt (più o meno la metà della centrale di Brindisi) troverà sede a Valona, ad una manciata di chilometri dal Salento. Così la tramontana ci porterà i veleni di Cerano, il levante quelli dell’Albania: non solo quelli della nuova centrale, visto che sulla costa del paese delle aquile nasceranno anche un rigassificatore, una centrale a petrolio con annesso bacino e perfino, pare, una centrale nucleare.
Sulla nuova Cerano Enel si difende. «Quella è una scelta del governo albanese» dicono dalla compagnia elettrica. E se l’assessore regionale all’ecologia Michele Losappio cade dalle nuvole, la compagnia elettrica nazionale ricorda che l’Albania è in cronico deficit energetico e che il problema va risolto. Ma non potrebbe, il paese delle Aquile, essere la culla dell'energia da fonti rinnovabili? Ed ancora, come mai Prodi sottoscrive un accordo con Berisha in netta contratendenza rispetto alle linee programmatiche del suo Ministro per l'Ambiente Pecoraro Scanio?
Fonte: TRnews

Achille Occhetto aderisce a Sinistra Democratica



Il video della conferenza stampa con F. Mussi e A. Occhetto

Video dall'Assemblea della Sinistra e degli Ecologisti

Link a

- video dell'intera manifestazione
- video dell'intervento del coordinatore nazionale di SD, Fabio Mussi
- video dell'intervento del segretario del PRC, Franco Giordano
- video dell'intervento del segretario del PdCI, Oliviero Diliberto
- video dell'intervento del presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio

domenica 9 dicembre 2007

Nasce la Sinistra e l'Arcobaleno: la dichiarazione d'intenti


Questi sono i nostri principi: uguaglianza, giustizia, libertà; pace, dialogo di civilità; valore del lavoro e del sapere; centralità dell'ambiente; laicità dello Stato; critica dei modelli patriarcali maschilisti

Noi, donne e uomini che abbiamo partecipato all'Assemblea generale della sinistra e degli ecologisti, siamo impegnati nella costruzione di un nuovo soggetto della sinistra e degli ecologisti: unitario, plurale, federativo. L'Italia moderna, nata dalla Costituzione repubblicana, democratica e antifascista, ha bisogno di una sinistra politica rinnovata. Il mondo chiama a nuove culture critiche, che conservano la memoria del passato e tengono lo sguardo rivolto al futuro.

Questi sono i nostri principi: uguaglianza, giustizia, libertà; pace, dialogo di civilità; valore del lavoro e del sapere; centralità dell'ambiente; laicità dello Stato; critica dei modelli patriarcali maschilisti.

Il soggetto della sinistra e degli ecologisti oggi parte. Crescerà attraveso un processo popolare, democratico e partecipato, aperto alle adesioni collettive e singole, per radicarsi nella storia del Paese. L'ambizione è quella di costituire non una forza minoritaria, ma una forza grande ad autonoma, capace di competere per l'egemonia, influente nella vita della società e dello Stato, che pesi nella realtà politico-sociale del centrosinistra. Un soggetto capace di contrastare le derive populiste e plebiscitarie, figlie di una politica debole e della separazione tra potere e cittadini. Un protagonista in Italia, interno ai movimenti, collegato ai gruppi e ai partiti più importanti della sinistra e dell'ambientalismo in Europa.

La Snistra/l'Arcobaleno che vogliamo è del lavoro e dell'ambiente. La globalizzazione liberista si è retta su una doppia svalorizzazione: del lavoro umano e delle risorse naturali. La riduzione a merce provoca la doppia rottura degli equilibri sociali e degli equilibri ambientali. Intollerabile crescita delle diseguaglianze e insostenibili cambiamenti climatici hanno una comune origine e portano alla stessa risposta: un altro mondo è possibile.

Mettere in valore l'ambiente e il lavoro (in tutte le sue forme, da quelle oggi più ripetitive alle più creative) è il cuore di un pensiero nuovo, che non rinuncia a coltivare in questo mondo la speranza umana. In Occidente, ciò comporta innanzitutto alzare la qualità del lavoro, combattere il precariato, modificare gli stili di vita, contrastare la discriminaizone verso le donne. Comporta la difesa e il rinnovamento dello Stato sociale, e la progettazione di una riforma più grande di quella che portò allo Stato sociale: una società non consumista, un'economia non dissipativa ed ecologica, una tecnologia più evoluta. Un nuovo inventario dei beni comuni dell'umanità: acqua, cibo, salute, conoscenza. La conoscenza deve crescere ed essere distribuita: impossibile, senza la libertà della cultura, dell'informazione, della scienza e della ricerca, e senza la lotta conseguente contro le regressioni tribali, etniche, nazionaliste, fondamentaliste. Il dialogo tra culture e civiltà diverse, aperto a nuove scritture universalistiche dei diritti sociali e dei principi di libertà, è tanto più essenziale nell'epoca delle grandi migrazioni, del web e della comunicazione globale.

La Sinistra/l'Arcobaleno che vogliamo è della pace. Lo spirito della guerra minaccia l'umanità. Ecco di nuovo la corsa al riarmo: cresce vertiginosamente la spesa per armamenti convenzionali, chimici, batteriologici, nucleari. Saltano le firme sui Trattati di riduzione e controllo degli armamenti. L'Europa è uno degli epicentri della corsa. Ora, è il momento di fermarla. La pace, che ha visto scendere in campo il più grande movimento di massa del dopoguerra, particolarmente in occasione della guerra irachena, è la carta vincente. La pace è possibile in un mondo multipolare. I fatti hanno già dimostrato che il mondo non è governabile da un unico centro di comando. Anche per questo c'è bisogno di un'Europa più forte ed autonoma.

La Sinistra/l'Arcobaleno che vogliamo è delle libertà individuali e collettive. Le libertà possono crescere solo in uno Stato laico. Per questo la laicità dello Stato è un bene non negoziabile. Uno Stato laico riconosce le forme di vita e le scelte sessuali di tutte e di tutti. Si regge sul rispetto di tutti i sistemi di idee, di tutte le concezioni religiose, di tutte le visioni del mondo. Combatte l'omofobia e il maschilismo. Assume dal femminismo la critica delle strutture patriarcali e il principio della democrazia di genere. Crea le condizioni sociali ed istituzionali per rendere effettivi i diritti e le scelte libere di tutte e di tutti.

La Sinsitra/l'Arcobaleno che vogliamo guarda ad una nuova stagione della democrazia italiana. Pronta ad assumersi, oggi e in futuro, responsabilità di governo, od esercitare la sua funzione dall'opposizione. I temi all'ordine del giorno sembrano "autorità, governabilità, decisione", non si vede che quelli veri sono l'autorevolezza e la legittimazione, una nuova capacità di rappresentanza politica, in un rapporto dialettico con l'autonomia della rappresentanza sociale, a partire dai grandi sindacati di categoria e confederali.

La Sinistra/l'Arcobaleno contribuirà a rinnovare il sistema politico e le forme della partecipazione democratica, contrasterà l'antico trasformismo. Se c'è declino italiano, esso dipende dal corporativismo, dal dilagare del privilegio e dell'ineguaglianza; dalla debole innovazione, dalla perdita di coesione, dalla diffusa illegalità; dalla perdita della capacità di indignarsi verso quello stato di violenza assoluta che si chiama mafia, 'ndrangheta, camorra; dall'oblio della questione morale. Riformare la democrazia e la politica vuol dire nutrire di valori un progetto di società.

Noi, partecipanti all'Assemblea generale della sinistra e degli ecologisti, ci rivolgiamo alle forze politiche, ai gruppi organizzati, ai movimenti, al popolo della sinsitra, a tutte le singole persone che vogliono partecipare attivamente alla costruzione del nuovo soggetto federativo. In una discussione aperta e libera sulle idee, gli obiettivi, i programmi, le forme di organizzazione e di rappresentanza.

Venite, diventate parte di un progetto che può cambiare profondamente la situazione italiana e influenzare la politica europea.

Assemblea generale della sinistra e degli ecologisti
Roma, 8/9 dicembre 2007

sabato 8 dicembre 2007

Chiusa la prima giornata dell'Assemblea

E' stata un successo, "una grande festa arcobaleno", per dirla con le parole del leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, la prima giornata dell'assemblea della sinistra degli ecologisti convocata dal Prc, Pdci, Verdi e Sinistra democratica per dare vita a una confederazione unitaria della sinistra. Gli organizzatori parlano di oltre 6mila persone ai forum tematici e per l'assemblea plenaria di domani hanno già preparato l'amplificazione esterna al Padiglione 1 della Nuova Fiera di Roma, dove i segretari dei quattro partiti concluderanno la kermesse.

Ma le ombre sull'Arcobaleno non mancano: a partire dalla diserzione di Pietro Ingrao, protagonista del caso del giorno per le dichiarazioni pubblicate sulla Stampa molto critiche sull'obiettivo a suo giudizio limitato della federazione.

L'atmosfera alla Fiera di Roma è un po' quella dei socialforum: i militanti si dividono nelle diverse assemblee tematiche, ma in molti, negli interventi dal podio, prefigurano, magari solo con una battuta an passant, un "partito" che potrebbe tenere tutti sotto la stessa bandiera.

I leader spandono ottimismo, commentando con i giornalisti l'iniziativa: per Oliviero Diliberto del Pdci, la Sinistra Arcobaleno ha "la prospettiva di durare a lungo", per Franco Giordano del Prc quella che nasce "non è solo una federazione dei quattro partiti, perché sarebbe ben poca cosa". E Fabio Mussi, coordinatore di Sinistra democratica, risponde a Ingrao che "questo è solo un primo passo nella direzione giusta".

Ma le divisioni restano: e in serata, mentre i partecipanti all'assemblea sfollano lentamente, Oliviero Diliberto riunisce i suoi militanti del Pdci in quella che appare come una sorta di 'riunione di componente' del nascente soggetto unitario.

I punti di vista sulle prospettive politiche della Sinistra Arcobaleno sono ancora piuttosto distanti: se da un lato Paolo Ferrero di Rifondazione chiede di dare "risposte a questa gente", e propone "da subito un tesseramento unitario alla confederazione, per chi non viene dai partiti", il leader del Pdci Diliberto frena. "Siccome non se ne è mai parlato, sarà oggetto di future discussioni". Alla riunione separata dei militanti del Pdci, Diliberto ammonisce: "Guai a noi se l'unità non si farà per colpa nostra. Ma per farla dobbiamo rafforzare il partito, fare più tessere, perché sarà quella forza che useremo per contare nella federazione".

Atteso protagonista della giornata di domani, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, considerato da molti un potenziale leader del futuro soggetto unitario: "Vedo qui - commenta con i giornalisti - non un raduno della paura ma una costituente di un fatto politico molto segnato dall'attesa. Troppe cose di sinistra davano il senso del rito funebre, questo sembra piuttosto un rito battesimale". E forse non è un caso che tra i forum più affollati ci sia quello 'autogestito' da una serie di realtà associative e di movimento, che spingono per andare oltre i partiti per rafforzare, come dice lo storico Paul Ginsborg, parafrasando Francesco Saverio Borrelli, "Unità, unità, unità".

Molto soddisfatto anche il Verde Paolo Cento, che parla di "un processo irreversibile che guarda al futuro", e indica il prossimo passo: "Ora dobbiamo pensare alle regole, a come ogni forza rinuncia a una quota di sovranità per cederla alla federazione".

A fine giornata, dopo aver masticato amaro per il colloquio di Pietro Ingrao con la stampa, da Rifondazione filtra un filo di ottimismo il direttore di Liberazione Piero Sansonetti fa sapere che domani sul quotidiano del Prc ci sarà un'intervista all'anziano leader comunista, nella quale "la bocciatura degli stati generali non c'è".

Fonte: Canisciolti.info

mercoledì 5 dicembre 2007

La "Generazione X" agli Stati generali

Documento | La crisi della politica riguarda più di altri le giovani generazioni, ormai incapaci di credere che la politica possa determinare significativi mutamenti nelle loro condizioni di vita e di lavoro. Al centro di questo processo vi è quella che chiamiamo "privatizzazione della politica" ad opera dei gruppi dirigenti di troppe forze politiche, tendenzialmente bianchi, anziani, maschi. L'assemblea della Sinistra dell'8 e 9 dicembre possa rappresentare una straordinaria occasione per l'inversione di questa tendenza.
Siamo ragazzi e ragazze di quella che è stata chiamata "Generazione X", cresciuta con la "crisi della politica", il crollo delle ideologie, il pensiero unico e la fine della storia. Nei movimenti globali, ecologisti e pacifisti di inizio millennio abbiamo ritrovato una nostra mutevole identità ed in questi anni non ci siamo rassegnati a delegare ad altri la nostra passione ed iniziativa politica.
Siamo una generazione che vive oggi sulla propria pelle la crisi verticale del nesso lavoro cittadinanza costruita attraverso il paradigma della precarietà come condizione legata non solo alla
dimensione professionale e del contratto di lavoro, ma come dimensione esistenziale generale, e che riguarda la casa come l'istruzione, la mobilità come l'accesso a saperi e cultura, la libertà di scegliere liberamente sulla tua vita, di seguire i tuoi orientamenti sessuali, come la promessa di un avvenire di guerra, cambiamenti climatici ed instabilità globale.

La precarietà diviene allora il furto più terribile che si possa fare ad un giovane: il furto della possibilità di immaginare, costruire, organizzare il tuo futuro fuori dal ricatto costante del profitto e del comando. E' una condizione che può essere rappresentata, narrata solo da chi la vive sulla propria pelle e - come tale - spesso invisibile alla sfera della politica e dei diritti sindacali. E' una condizione che pone alla politica domande nuove, che vivono dentro una società profondamente mutata: diritto alla continuità di reddito ed alla formazione permanente garantita e retribuita, accesso a saperi, conoscenze e cultura, al credito, il diritto all'abitare, a vivere in una società non prigioniera delle mafie e della criminalità organizzata...

Domande e temi nuovi che devono avere piena cittadinanza nell'assemblea di sabato e domenica attraverso la partecipazione delle giovani generazioni, un tema a cui, ci pare, non si è data adeguata attenzione. Ci chiediamo, insomma, come si possa immaginare una sinistra nuova senza mettere al centro i soggetti che più inverano le condizioni materiali di vita di una società rinnovata, giovani, donne e migranti in primis.
Non si può fare a meno di credere, ci pare, che una politica di trasformazione e cambiamento abbia bisogno oggi di farsi percorso di liberazione in primo luogo per tutti questi soggetti.
E' per questo che la crisi della politica riguarda più di altri le giovani generazioni, ormai incapaci di credere che la politica possa determinare significativi mutamenti nelle loro condizioni di vita e di
lavoro. Al centro di questo processo vi è - tra l'altro - quella che chiamiamo "privatizzazione della politica" ad opera dei gruppi dirigenti di troppe forze politiche, tendenzialmente bianchi, anziani, maschi.

La società italiana è oggi tra le più gerontocratiche del pianeta: esclude, perimetra, mortifica nell'università come nella ricerca, nell'impresa come nel pubblico impiego. Questo fenomeno è tanto più grave se avviene, come in realtà è, nel campo della politica perché la condanna all'incomprensione di una parte non marginale della realtà e ne mina la già snervata rappresentanza. La precarietà delle giovani generazioni infatti rappresenta oggi una vera e propria emergenza sociale di cui di cui molti nel mondo della politica si riempiono quotidianamente la bocca senza conoscerne la condizione materiale e senza avere la capacità di prospettare e realizzare soluzioni concrete (la recente vicenda del welfare né è l'ennesima conferma).
Le manifestazioni che negli ultimi due mesi hanno invaso le strade e le piazze del nostro paese - il 20 ottobre contro la precarietà, il 17 novembre a Genova, il 24 novembre la straordinaria manifestazione delle donne contro la violenza maschile, lo scorso sabato i tantissimi/e in marcia per la difesa dei beni comuni - hanno invece disegnato la realtà di un paese attraversato da una radicale domanda di partecipazione, da soggetti sociali - i giovani e le donne in particolare - che chiedono una presa di parola cui la politica ufficiale non riesce a rispondere. Continua...

Giovani Comunist*, Federazione giovanile Comunst* Italian*, Giovani Verdi, Giovani di Sinistra Democratica

Fonte: Aprileonline

lunedì 3 dicembre 2007

Quello che la Sinistra è oggi non basta più per la vittoria

"So bene che quando si è in ritirata è difficile suscitare entusiasmi. Ma c'è modo e modo di affrontare una ritirata. Lo si può fare riunendo le forze e chiamando in soccorso alleati e amici. Forse verranno, forse non verranno, ma vale la pena di andare in quella direzione perché si calcola che la probabilità di incrociarli sarà maggiore. Oppure lo si può fare limitandosi a raggruppare le proprie forze, già provate, sperando nella fortuna, che difficilmente verrà.
Peggio di tutto è se le truppe, sia quelle rimaste, sia quelle ancora lontane, forse amiche, vedono generali rissosi che danno ordini contradditori, e colonnelli verbosi che manco sanno dove si trovano e, addirittura, alcuni tra di loro, sono convinti di essere all'offensiva.
Ecco, questo ritrattino "bellico" mi pare raffiguri abbastanza bene il modo in cui ci si appresta agli "stati generali" della "cosa rossa".
Sembra si stia facendo di tutto per trasformarla in un disastro e mi chiedo se sia ancora possibile correggerla. Una mediazione faticosa tra vertici di partito che ancora pensano - e si sbagliano - di avere doveri (e soprattutto possibilità) di avanguardia da svolgere, convoca un incontro che rischia di essere tutto interno alle loro fila. La stessa composizione dei panel di discussione, non parliamo della sfilata dei "segretari", è un elenco burocratico di temi senza un filo conduttore. Si dovrebbe presentare al paese una visione alta, di alternativa di sistema, e invece appare una lista della spesa, dalla quale è perfino difficile enucleare le grandi questioni mondiali che ci troviamo di fronte.
Sbalorditivo che, mentre è sotto gli occhi di tutti il disastro immane del sistema della comunicazione e dell'informazione (un disastro che è il nostro e non dell'avversario; un disastro dove la nostra egemonia culturale è stata liquidata in questi ultimi vent'anni, e sostituita dalla loro) non c'è un luogo previsto dove si possa discutere il "che fare" della sinistra. Per esempio una televisione libera come strumento di battaglia.
Scrivo con il condizionale, perché in realtà, a meno di una settimana dall'evento ancora non si sa nemmeno come è stato costituito, come si svolgerà." Continua...
di Giulietto Chiesa
Fonte: Liberazione