sabato 30 giugno 2007

Crozza VS D'Alema


Segnalato da Alessio Pepe.

Copertina di Crozza a Ballarò


Il costo della politica.

Segnalato da Alessio Pepe

Le sfide di Walter

Famiano Crucianelli, 28 giugno 2007



Veltroni rappresenta una sfida alla sinistra e a quanti non hanno inteso e non intendono partecipare alla prospettiva del Partito democratico. L'errore più grande sarebbe quello di fare finta di nulla, aspettare tempi migliori e sperare nella propria rendita di posizione

La candidatura di Veltroni non è solo una buona notizia ma è una vera sfida. I dirigenti del futuro Partito democratico hanno fatto una scelta saggia per se stessi e, soprattutto, responsabile verso il Paese. Un paese sull'orlo di una crisi di sistema, una crisi che può essere ancora più distruttiva di quella del 1992, quando gran parte del mondo politico venne travolto. Oggi la tentazione sovversiva delle classi medio - alte, lo smarrimento dei ceti popolari, la decadenza della politica e delle istituzioni possono compromettere lo stesso tessuto democratico.

Veltroni non fa miracoli, non è l'uomo della provvidenza, ma è la scelta migliore, a certe condizioni. Che sia chiusa all'interno del Partito democratico la partita di poker sulla leadership. Che la coalizione di centro - sinistra sia convinta che con il sindaco di Roma si gioca l'ultima carta per evitare la destra al governo e al potere. Infine, Veltroni faccia ciò che meglio sa fare: dialoghi con la società e aiuti il governo a trovare il senso ideale e concreto della sua missione. CONTINUA...

martedì 26 giugno 2007

Domenica 24, Festa a Campi







Verso una nuova Alba della Sinistra democratica


Intervista da La Gazzetta del Mezzogiorno del 25.6.07
di Cristiana Cimmino


Qualche mese fa ha vissuto uno «strappo dolorosissimo» e un’ombra le passa negli occhi, castani e mobilissimi, mentre ne parla. Alba Sasso, barese, 61 anni, fa parte di quei 33 parlamentari (22 deputati e 11 senatori ndr) che hanno deciso di non aderire al nascente Partito democratico e che, invece, insieme a Fabio Mussi e Gavino Angius hanno fondato un nuovo partito chiamato Sinistra Democratica. Una scissione, uno strappo, anche se i Ds hanno cercato di minimizzare.

Lei, Alba, iscritta al Pci dal 1972, aveva già vissuto la trasformazione, non esente da dubbi e sofferenze, del vecchio partita comunista in Pds, partito democratico della sinistra. Ora la Quercia ha perso un altro ramo. Rimane l’aggettivo democratico, sparisce la parola «sinistra». Ma questa ulteriore rinascita della Fenice, che dovrebbe essere coronata da una Convention in ottobre, non piace ad Alba, deputata dal 2001, confermata nell’aprile del 2006, vicepresidente della Commissione Cultura e componente del Comitato di vigilanza, di professione insegnante, sposata, madre di due figli. CONTINUA...

Svolta a sinistra


Ida Rotano, 25 giugno 2007

Dal vertice di maggioranza sul Dpef arriva l'intesa sul superamento dello scalone. Ci sono fondi aggiuntivi per le pensioni minime, i giovani precari e il clima. In vista anche la riduzione dell'Ici.


Sul nodo del Dpef e delle pensioni, il governo è impegnato su due fronti: da una parte i sindacati, dall'altra le forze di maggioranza. A palazzo Chigi, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Enrico Letta, e il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, hanno visto i leader di Cgil, Cils e Uil in un faccia a faccia basato sulle pensioni basse e sui meccanismi per superare lo scalone introdotto dalla riforma Maroni.
La quadratura del cerchio parla chiaro: "Più soldi per i giovani e per il superamento dello scalone". Questa l'intesa che è stata raggiunta tra governo e capigruppo della maggioranza, a Palazzo Chigi. Ad annunciarlo è stata il capogruppo dei verdi-Pdci al Senato Emanuela Palermi al termine della riunione. L'ammorbidimento dello scalone pensionistico troverà una sua copertura finanziaria, oltre i 2,5 miliardi previsti, tramite il riordino del sistema previdenziale. Per le pensioni minime e non solo le basse potrebbe arrivare un aumento che riguarderà più di due milioni di persone. E non sarà una una tantum, ma "un anticipo di una misura a regime che scatta dal primo gennaio 2008 e che quindi per questi mesi verrebbe già corrisposta come anticipo.CONTINUA...

lunedì 25 giugno 2007

Formazione: "Come sperimentare la partecipazione"


Regione Puglia
Assessorato alla Trasparenza e Cittadinanza attiva
Settore E-Government, E-Democracy e Cittadinanza Attiva


Il Formez, di concerto con Cittadinanzattiva onlus, sta organizzando, nella Regione Puglia, un corso di formazione che ha per titolo “Come sperimentare la partecipazione”.
Il corso, rivolto ad amministratori e politici, funzionari pubblici, cittadini e associazioni, svilupperà competenze su contesti, modalità e strumenti per promuovere la partecipazione dei cittadini all’elaborazione delle politiche pubbliche come da brochure scaricabile dal link in calce.
Gli interessati a partecipare possono compilare ed inviare la scheda di iscrizione per e-mail o via fax (080.5406680), entro il 28 giugno c.a.
Trattandosi di un’iniziativa a numero chiuso, saranno adottati specifici criteri di selezione delle candidature in base alle categorie professionali di appartenenza.


Bari, 21/06/2007

Scarica la lettera ufficiale.

Scarica la brochure dell'iniziativa.

Il Logo della SD

Intervista a Fabio Mussi


di Simone Colini

NON SIAMO MINISTRI ESTREMISTI


Mussi rivendica toni e contenuti della lettera a Prodi. Veltroni candidato al Pd? Una buona notizia
Mussi rivendica toni e contenuti della lettera a Prodi. Veltroni candidato al Pd? Una buona notizia

«È IMPRESSIONANTE che si definiscano estremisti quattro ministri che chiedono al proprio governo di rispettare il programma». Fabio Mussi giudica «a dir poco sorprendenti» le reazioni alla lettera che insieme ai ministri Ferrero, Pecoraro Scanio e Bianchi
ha inviato venerdì al presidente del Consiglio. «Qualche commentatore ci ha definito irriducibili, termine utilizzato per le Br», scuote la testa il ministro per l’Università e la Ricerca. «E questo perché chiediamo di conoscere il Dpef prima di votarlo? Perché richiamiamo l’attenzione su punti essenziali di una piattaforma costruita non nel covo dei soviet ma nella Fabbrica del programma di Prodi?».
La lettera inviata al premier ha suscitato diverse reazioni critiche. Se l’aspettava, ministro Mussi?
«E perché avrei dovuto? Abbiamo richiamato il governo alla coerenza con il suo programma. A cominciare dall’abolizione dello scalone e dal superamento della legge trenta. CONTINUA...

domenica 24 giugno 2007

Festa della Sinistra a Campi











sabato 23 giugno 2007

Paolo Rossi: Giudizio universale


Segnalato da Alessio Pepe.

Mai più licenziamenti preventivi

Relazione in Aula in avvio di discussione della capogruppo di Sd alla Camera
Titti Di Salvo

Signor Presidente, l'obiettivo della proposta di legge in esame è quello di neutralizzare una pratica molto diffusa e indegna per un Paese civile: proporre alle persone, nel momento in cui sono più deboli - all'inizio del loro rapporto di lavoro e come vincolo per il rapporto di lavoro stesso - di firmare una lettera di dimissioni che non ha, apposta in calce, alcuna data. Si tratta, dunque, di una lettera di dimissioni in bianco. La data verrà apposta successivamente - come dimostrano l'esperienza e la realtà - quando il datore di lavoro deciderà che quella persona, per una serie di ragioni, non è più utile all'impresa in cui, in quel momento, svolge la sua attività. L'obiettivo della proposta di legge, pertanto, è molto semplice: neutralizzare tale pratica.
Per avere il senso della necessità di intervenire con una legge rispetto a tale pratica, occorre anche ricordarne la dimensione. Essa è ampia, anche se, naturalmente, è evidente a tutti come sia difficile certificare l'ampiezza del fenomeno, poiché l'unica certezza è data, in termini quantitativi, dal censimento delle persone che, successivamente all'avvenimento del fatto, si rivolgono agli uffici vertenze del sindacato o direttamente alla giurisprudenza e per le vie giudiziarie, affinché il loro diritto venga tutelato. CONTINUA...

"USCIAMO DALLE TRINCEE"

"Scudo spaziale: D'Alema, Italia non è contraria". Quando gli viene consegnato l'ultimo lancio dell'Ansa, datato 14 giugno ore 12,31, il ministro Fabio Mussi sbotta: "E invece io sì che sono contrario". E ne spiega le ragioni: "Hai voglia a parlare di sistema di sicurezza, ma sicurezza contro chi? E perché in Polonia e in Repubblica Ceca? In realtà è soltanto uno strumento di accelerazione della corsa al riarmo. Oggi nel mondo si bruciano in armamenti molte più risorse di quante non se ne spendessero negli anni della guerra fredda". Ma non è di politica estera che parliamo con Mussi, se non a commento delle agenzie di stampa che gli vengono recapitate nel corso dell'intervista ("In Palestina c'è il primo colpo di stato senza stato"). Parliamo della sinistra e della sua multiforme crisi, parliamo del progetto del suo "movimento" di ricostruire un soggetto di sinistra senza aggettivi. Gli aggettivi non servono, dal momento che il nascente partito democratico neanche pretende di essere di sinistra. Insieme a Valentino Parlato incontriamo Mussi nel suo ufficio all'Eur, al ministero dell'Università e della Ricerca.
Partiamo dalla crisi della politica e dei suoi linguaggi. Girando come una trottola l'Italia per incontrare i militanti di Sinistra democratica, aprire sedi, dibattere con le altre forze della sinistra, hai ripetuto che non andrai a "Porta a Porta", sottintendendo che non è quella la forma della politica che ti interessa. CONTINUA....

giovedì 21 giugno 2007

Nasce la Sinistra Democratica in Puglia



Bari, 18 giugno 2007, Hotel Excelcior

FONTE: www.41agenziatv.com

mercoledì 20 giugno 2007

VA RISCOPERTO IL NESSO TRA LA SOCIETA' E LA POLITICA


"LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO"
Lunedì 18 giugno 2007

di Gigi Spedicato

(Clicca sull'immagine per ingrandire e leggere)

martedì 19 giugno 2007

Bandoli: "Il socialismo europeo non è morto"



Sinistra Democratica, Fulvia Bandoli: "Il socialismo europeo non è morto"

"Riprendere subito il programma dell'Unione e iniziare a lavorare"
da Barilive.it


Mentre i dubbi e le aspettative verso il nuovo partito democratico crescono, la Sinistra democratica si mette a lavoro. Molti si vogliono tesserare e ci ringraziano, fanno sapere dal coordinamento regionale. La voglia di cambiare, giurano, è davvero tanta.
“Non siamo una mozione che si è trasformata in un partito altro all’interno della sinistra italiana”, assicura Fulvia Bandoli, ex parlamentare Ds e componente del coordinamento nazionale, a Bari per un convegno che faccia il punto sulla fase costituente ed organizzativa della Sinistra Democratica. “Siamo – continua Bandoli – un movimento, un' organizzazione aperta che ha deciso di stare comunque dalla stessa parte di chi hanno intrapreso una strada diversa nella sinistra italiana”.
Il movimento fondato da Fabio Mussi è ormai una realtà diffusa in tutta la regione. In consiglio regionale si è già costituito un gruppo, in un gran numero di comuni si vanno definendo le strutture del nuovo movimento, senza contare la presenza in numerosi consigli comunali e giunte pugliesi. La missione della Sinistra democratica è chiara . E Fulvia Bandoli la ribadisce alle decine di sostenitori del nuovo movimento: “Riprendere il programma dell’Unione lavorando all’unità di tutte le forze della sinistra”. Senza volontà di rivincite. E con una consapevolezza: “Se il partito democratico non dovesse riuscire nel suo intento, emergerà un problema per tutto il paese e di cui anche noi dobbiamo tenere in conto”.

“E’importante – rassicura Bandoli– trovare l’unità partendo dalla discussione sui contenuti, risolvendo prima i problemi e non creando dei contenitori che rischiano di rivelarsi vuoti”. Tra le necessità da affrontare in maniera prioritaria, l'ex parlmentare Ds ha ricordato anzitutto la riforma dell’art.30 della legge Biagi, la lotta alla precarietà, gli aiuti alle pensioni basse e gli incentivi alla ricerca.
“Si tratterebbe di prendere il programma dell’Unione e incominciare a produrre leggi significative – esorta Bandoli -. Noi siamo quelli che ritengono che il socialismo europeo non sia morto e vogliamo mantenere un livello di critica alto nei confronti di alcune storture del capitalismo”.
Nonostante le rassicurazioni dell’segretario nazionale Ds Piero Fassino circa la collocazione del partito democratico nell’alveo del socialismo europeo, i sostenitori della Sinistra Democratica ribadiscono la volontà di non creare equivoci. “Il Partito democratico al 99 per cento non aderirà al Pse per svariate ragioni di opportunità con gli alleati – conclude Bandoli - . L’equidistanza che dimostra verso il mondo dell’impresa, quello dei lavoratori e altre sfere della società non ci convince. Ora si tratta di non tradire le attese di molti sostenitori e di metterci a lavorare con l’obiettivo dell’unità e della difesa dei nostri valori”.


di Antonio Scotti

Il battesimo pugliese di Sinistra democratica


Venti comitati e Cgil organica, il battesimo pugliese di Sinistra democratica
da
Il Corriere del Mezzogiorno

BARI — «Nasce in Puglia Sinistra democratica per il socialismo europeo». Questo annunciava ieri, a Bari, il manifesto alle spalle delle deputate Fulvia Bandoli e Alba Sasso, del consigliere regionale Michele Ventricelli e di Gigi Spedicato che hanno ufficializzato così la nascita in regione del movimento legato a Fabio Mussi con una chiamata alle armi all'hotel Excelsior. Inevitabile partire dal successo elettorale di Taranto, laboratorio della sinistra sul piano nazionale e associarlo, come ha fatto Fulvia Bandoli, a quello di L'Aquila e Gela dove «i candidati caratterizzati da battaglie chiare e riconoscibili a sinistra hanno vinto, mentre i partiti di governo hanno perso perchè non hanno ascoltato il messaggio degli elettori che era chiaro: così non funziona più».
La Puglia è una delle regioni più interessate al nuovo movimento di sinistra nato dopo l'ultimo congresso Ds dalla costola di riottosi al Pd. In almeno una ventina di Comuni sono già nati i primi comitati, ieri nelle prime file c'erano anche pezzi di società civile (Arturo Cucciolla e Nicola Colaianni) e pezzi della Cgil ormai organici al movimento come il segretario regionale, Mimmo Pantaleo. E poi una sala piena di consiglieri e semplici simpatizzanti. E fra il pubblico anche degli osservatori attenti al disegno di riunificazione della sinistra come il segretario regionale di Rifondazione, Nicola Fratoianni, e il responsabile enti locali del Pdci, Franco De Mario. Sia a Fratoianni che a Bandoli non è sfuggito domenica il riferimento di Fausto Bertinotti, presidente della Camera e leader di Rifondazione, alla vecchia Fiera di Roma, sulla necessità di metter subito in cantiere la costruzione tutti insieme della «Cosa Rossa» pena l'esistenza stessa della sinistra: «Dobbiamo inventare il socialismo del XXI secolo». E il ruolo che Sinistra democratica si è data in questo scenario è proprio quello di«adoperarsi per riunificare la sinistra». Una sinistra non antagonista al Pd, «ma competitiva», spiega Bandoli, mentre Fratoianni la segue con cenni del capo. La Puglia, con Rifondazione alla guida della Regione, d'altra parte, potrebbe essere ancora una volta laboratorio nazionale, il «patto del loggione» ne è una riprova. Sarebbe sbagliato, però, pensare di limitarsi alla sola somma dei partiti che sono rimasti fuori dal Pd, l'obiettivo è raggiungere «il 15%». E, allora, l'unico sistema è ritornare fra la gente, riattivare quel collante con associazioni, movimenti, cittadini che sembra essersi ormai del tutto rinsecchito e che si chiama partecipazione («non si possono tenere i cittadini in freezer fra una primaria e l'altra»). E quando il Pd sarà decollato, ne è certa Bandoli, «molte altre forze interne si staccheranno da quello che Follini chiama la Democrazia cristiana di sinistra ». Il Partito democratico «ha l'effetto di un terremoto - ha continuato - non si può pensare che tutto intorno resti uguale, scomparendo il più grande partito della sinistra si crea un vuoto che sarà riempito con un soggetto altrettanto grande». Il punto più complicato restano le gerarchie dei partiti. «Un mio grande maestro, Pietro Ingrao, mi ha fatto un bello shampoo giorni fa, mi ha detto: cosa aspettate a mettervi insieme, tutti devono capire che occorre un gesto generoso dei gruppi dirigenti», ha riferito Bandoli. D'altra parte qualcuno avrebbe mai detto, fino a ieri, che Bertinotti avrebbe aperto una riflessione sul socialismo e Boselli avrebbe ragionato di futuro con la sinistra radicale?


L. Sar.

sabato 16 giugno 2007

APPUNTAMENTI PER LA SETTIMANA

Domenica 17 - ore 10,00
Struttura congressi Veglie
Congresso Regionale Arci-Caccia
Saluto di Mimmo Saponaro;

Lunedì 18 - ore 17,30
Iniziativa Regionale
a Bari con Fulvia Bandoli;

Martedì 19 - ore 19,00
Assemblea Cittadina SD Lecce
Partecipa Mimmo Saponaro;

Martedì 19 - ore 20,30
Tuglie con Gigi Spedicato;

Mercoledì 20 - ore 19,30
Assemblea a Salve con Egidio Zacheo
e Mimmo Saponaro

FESTA DELLA SINISTRA A CAMPI

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giovedì 14 giugno 2007

GRILLO: CONDANNATI IN PARLAMENTO

mercoledì 13 giugno 2007

Articolo estratto da "Il Quotidiano" del 13.6.07


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lunedì 11 giugno 2007

GRANDE RISULTATO A TARANTO

Sinistra Democratica di Puglia esprime grande soddisfazione per il risultato elettorale di Taranto, dove si afferma un Sindaco espressione di un processo profondo e necessario di rinnovamento della politica. La vittoria di Stefàno non sarebbe stata possibile, né avrebbe assunto le dimensioni che il ballottaggio le hanno assegnato, se la sua candidatura non fosse stata accompagnata dalla capacità delle forze che lo hanno sostenuto di interpretare il bisogno di rinascita di una città mortificata dalla resa della politica di fronte al degrado amministrativo. Il mandato popolare che Ezio Stefàno ha ricevuto è chiaro: c’è da ricostruire, assieme alle istituzioni, anche il rapporto con la politica di una parte grande della città, che ha vissuto con mortificazione ed insofferenza il diniego allo svolgimento delle primarie, e che col voto chiede ora partecipazione, non delega. Al Sindaco Stefàno vanno gli auguri sinceri di buon lavoro di Sinistra Democratica, che ne sosterrà anche in sede regionale e nazionale gli sforzi per il risanamento ed il rilancio della città. Alle forze del centrosinistra tutto, Sinistra Democratica chiede un impegno unitario nella stessa direzione, ed una riflessione che non potrà non affrontare anche il nodo della ricostruzione di un senso alto della politica, a partire dal buon governo delle istituzioni locali e dalla necessità che tornino ad affermarsi i valori della partecipazione democratica, e della trasparenza dell’azione amministrativa.



Gigi Spedicato

Coordinatore regionale Sinistra Democratica

domenica 10 giugno 2007

Biagi intervista Saviano



sabato 9 giugno 2007

Cosa ci dicono queste ultime elezioni?


Cosa ci dicono queste ultime elezioni? Che al Nord il Centro-sinistra è realtà marginale, che l’aumentato astensionismo riguarda soprattutto il popolo della sinistra, che al sud l’attuale maggioranza tiene, certo, ma su livelli di partenza assai bassi, che il fatto che questo risultato riguardi solo il governo locale e non quello nazionale non è una consolazione ma un’aggravante perché vuol dire che anche il punto di forza del Centro-sinistra costituito da amministratori locali capaci e radicati nel territorio sta progressivamente venendo meno. Questo risultato non è contingente. Non è legato solo alla impopolarità del governo nazionale. Viene da più lontano, viene anche da scelte politiche disastrose dei partiti del Centro-sinistra ed in particolare da DS e Margherita, dalla teorizzazione dell’inutilità di un’autonoma forza organizzata, dal varo di un’anonima e verticistica fusione di due partiti profondamente diversi tra loro, dal vuoto lasciato a sinistra dai DS e che la sinistra “rimasta” non riesce a riempire perché non ritenuta (giustamente) ancora credibile come soggetto politico in grado di governare una democrazia complessa ed avanzata. I casi di Taranto e L’Aquila, infatti, non fanno testo in quanto troppo legati all’eccezionalità delle due situazioni locali.
Il risultato elettorale praticamente affossa il progetto del Partito Democratico. Dal voto non ne scaturisce un’indifferenza, ma addirittura un esplicito rifiuto date le dimensioni “bulgare” del regresso di DS e Margherita, sia uniti che separati, rispetto tanto alle Amministrative del 2002 quanto alle Politiche del 2006. Qualche esempio: alle Provinciali di Genova ed Ancona perdono 10 punti. Rispetto allo scorso anno, alle Comunali di Parma perdono 16 punti, 10 a Pistoia, 13 a Lecce. La risposta che i gruppi dirigenti di DS e Margherita stanno dando a questo disastro lascia temere ulteriori disastri. Anziché darsi una pausa di riflessione per approfondire l’analisi, indicano come soluzione l’accelerazione esorcistica del leader del Partito Democratico, come se la questione capitale fosse davvero questa e dimenticandosi che fino a ieri hanno ripetuto che il leader c’è già, che è Prodi e che spetta proprio a lui, anche nella sua veste di Premier guidare il Partito Democratico fino al 2011. Le conseguenze sono quelle che era facile prevedere: il PD sta determinando una grave crisi del governo Prodi, si sta rivelando pericoloso elemento di destabilizzazione istituzionale, sta acuendo il divario tra centro e sinistra e tra le sue stesse componenti, sta contribuendo all’ulteriore frantumazione del sistema politico.
Anche i quadri dirigenti salentini, anziché guardare in faccia la realtà, cercano nel risultato elettorale deboli elementi consolatori fino a sostenere che tutto sommato a Lecce si è perso “bene” in quanto la Destra sarebbe scesa dal 70% della Poli Bortone al “solo” 56% di Perrone. Qualcuno poi riduce la sconfitta ad un semplice sbaglio nella scelta del Candidato a Sindaco. In realtà, questa sconfitta a Lecce del Centro-sinistra è per molti versi addirittura più grave di quella del 2002. Essa è la conseguenza di una ulteriore destrutturazione del Centro-sinistra, della sua incapacità di mettere radici nella città, della sua deriva personalistica, della trasformazione di DS e Margherita a partiti elettoralistici e leaderistici più dei partiti di Centro-destra. La cultura che è passata è stata quella della riduzione del partito a semplice comitato elettorale, a partito non solo leggero ma evanescente a tal punto da ritenere normale che gli eletti sostituissero la militanza e l’appartenenza con una propria autonoma organizzazione e staff, che più importante dovesse essere non la ricerca del consenso al partito ma della preferenza personale anche a danno del partito. A Lecce la Destra vince non perché è forte il suo Candidato a Sindaco ma perché sono forti i partiti della coalizione, perché AN e FI da soli superano il 40%. E il Centro-sinistra perde non tanto perché è debole il suo Candidato a Sindaco, ma perché i suoi due partiti più forti, DS e Margherita, non vanno oltre il 15% dei voti. Se non si parte da questo dato strutturale si perdono le coordinate della situazione e si dà la stura alle interpretazioni fantasiose, improvvisate, piene di apparente saggezza e inutilmente sofisticate e sottili, fatte tutte col senno di poi, a cui stiamo assistendo.
La realtà amara è che a Lecce il Centro-sinistra non ha partiti consistenti e radicati, bypassati spesso dall’enfasi e l’artificio di inutili e stravaganti primarie di coalizione. L’area poi a sinistra del PD è solo un universo di schegge che in nessun modo può avere la sia pur minima pretesa di costituire un’alternativa e un referente attendibile. Le sue percentuali ridicole fanno pensare non al nanismo politico ma alla fisica dell’atomo. Se la sinistra vuole coprire il vuoto gigantesco lasciato dai Democratici di Sinistra, diventati PD deve compiere un salto di qualità politico e culturale. Deve rendersi conto che, per essere utile al Paese e non ai singoli dirigenti, dopo la dipartita dei Democratici di Sinistra, deve trasformarsi tutt’intera in Sinistra di governo, riformista, socialista, parte integrante del movimento socialista europeo, sapendo trovare le ragioni dello stare insieme. O fa questo o è spacciata.
A questo riguardo assai utili sono i primi passi compiuti dalla Costituente Socialista, come assai utili sono quelli compiuti dalla Unità della Sinistra. Ma l’una e l’altra devono anche rendersi conto che da sole non vanno da nessuna parte. Che è assai improbabile che la Costituente Socialista possa in tempi non biblici dar vita ad un robusto Partito Socialista e che l’Unità della Sinistra non avrà mai un’adeguata cultura di governo senza il legame e l’unità politico culturale con le forze del riformismo socialista.
La Sinistra Democratica per il Socialismo europeo può essere la cerniera di questa operazione amalgamando e portando a sintesi le tante diversità e rimuovendo con pazienza gli ostacoli ideologici. Non sarà facile. Ma questo è il fascino e il senso della sua nascita.



Egidio Zacheo
(Coordinatore provinciale Sinistra Democratica)

venerdì 8 giugno 2007

ASSEMBLEA REGIONALE DEL MOVIMENTO

mercoledì 6 giugno 2007

Benigni parla di Berlinguer

martedì 5 giugno 2007

Assemblea SD Città di Lecce



ASSEMBLEA SINISTRA DEMOCRATICA
PER LA CITTA' DI LECCE
_______________________


Giovedì 7 giugno 2007
ore 19,00



presso "La Città del Tempo" a Lecce
(vedi mappa)

Tutti gli interessati sono invitati
a partecipare e ad estendere l'invito
alle persone di propria conoscenza.

FESTA DELLA SINISTRA


Campi Salentina
22-23-24 giugno 2007



Clicca sulla locandina per ingrandire.

lunedì 4 giugno 2007

Pier Paolo Pasolini....



Segnalato da Alessio Pepe.

La confederazione a sinistra? Un errore

Cosimo Tamiano, 08 maggio 2007

Dibattito a sinistra. E' divenuta matura "l'esigenza di lavorare con pazienza e tenacia alla formazione di un grande partito unico del movimento operaio" così come auspicava alla fine del 1964 Giorgio Amendola.

Dopo i congressi dei D.S. e della Margherita che hanno ratificato il loro scioglimento, avviando la nascita del Partito democratico di ispirazione liberaldemocratica, la fuoriuscita dai D.S. della sinistra interna rappresentata da Angius, Mussi e Salvi, muta notevolmente la geografia nell'ambito dell'arcipelago della sinistra italiana.
Alla luce di questi ultimi eventi, è - a mio parere - divenuta matura "l'esigenza di lavorare con pazienza e tenacia alla formazione di un grande partito unico del movimento operaio" così come auspicava alla fine del 1964 Giorgio Amendola.

Nonostante i grandi mutamenti verificatisi in Italia, in Europa e nel mondo dalla sua scomparsa 27 anni addietro, i suoi insegnamenti sia sul piano etico che politico sono ancora oggi validissimi.
Certo, Giorgio Amendola era sicuramente una personalità complessa e i suoi comportamenti politici e culturali vanno studiati e analizzati in parallelo al periodo storico in cui visse. Tuttavia, ritengo che il suo progetto, è oggi l'unico strumento possibile da realizzare affinché la sinistra italiana possa guardare avanti nel corso del terzo millennio, ponendo fine alle perenni divisioni che l'hanno contraddistinta dalle altre sinistre europee e del mondo.
Occorre fare presto, l'occasione non permette perdite di tempo, evitando ovviamente tatticismi.
C'è chi propone "l'unità della sinistra senza aggettivi", costituendo una "Confederazione", in modo tale che "ognuna di queste forze continui a mantenere la propria identità".
Cosa vuol dire, che occorre continuare a mantenere i propri partitini, gruppi o frazioni identitarie ancora in vita nella Confederazione? CONTINUA

domenica 3 giugno 2007

Travaglio e PD

sabato 2 giugno 2007

Sinistra Democratica VS Maniglio


Gazzetta del Mezzogiorno, sabato 2 giugno 2007.

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"Quando il Credo fa crediti" di Alba Sasso

Alba Sasso, 01 giugno 2007

La recente sentenza del Consiglio di Stato ha stabilito che l'ora di religione concorrerà alla determinazione del credito per l'ammissione agli esami di maturità. Una scelta che mette in discussione la laicità delle istituzioni


Ormai la ribalta è tutta loro: delle gerarchie ecclesiastiche entrate a gamba tesa nell'attività politica diretta. A voler determinare scelte politiche appunto, comportamenti sociali e persino modelli di vita. Non sorprende dunque che si vogliano mettere in discussione alcune certezze acquisite sulla laicità della scuola.

Tra i vari segnali, c'è anche una notizia che potrebbe apparire minimale, in fin dei conti secondaria: la valutazione dell'ora di religione concorrerà alla determinazione del credito per l'ammissione agli esami di Stato. Ma andiamo con ordine e ricostruiamo in sintesi i fatti.

I punti 13 e 14 dell'articolo 8 dell'ordinanza ministeriale in materia di istruzioni e modalità per lo svolgimento degli esami di Stato specificavano, per l'appunto, che "i docenti che svolgono l'insegnamento della religione cattolica partecipano a pieno titolo alle deliberazioni del consiglio di classe concernenti l'attribuzione del credito scolastico". Contro una simile impostazione c'è stato un ricorso promosso dal Cidi, dal Comitato scuola e Costituzione, dalla Tavola valdese e da altre associazioni. Su questo ricorso si è poi espresso il Tar del Lazio, che con un pronunciamento del 23 maggio ha sospeso proprio i punti prima citati, rilevando una disparità di trattamento fra gli studenti che si avvalgono dell'insegnamento di religione cattolica e gli studenti che non seguono né l'insegnamento religioso né altre eventuali attività sostitutive. Dopo pochi giorni di nuovo dietrofront. Una velocissima sentenza del Consiglio di Stato ha sospeso l'esecutività dell'ordinanza del Tar del Lazio. La frequenza dell'ora di religione cattolica rientra nell'attribuzione del credito scolastico. CONTINUA

INTERVISTA A TITTI DI SALVO

Elezioni amministrative: intervista a Titti Di Salvo pubblicata da L'Unità mercoledì 30 maggio

RISULTATI MIGLIORI CON CANDIDATI PIÙ DI SINISTRA

La capogruppo di Sd alla Camera: voto preoccupante, sottovalutato il malessere sociale

«Il nostro giudizio sull'esito del voto è molto serio e preoccupato. Ma non siamo sorpresi: se si analizzano i flussi elettorali del 2006 si vede che cè un voto dei ceti popolari già molto orientato verso il centrodestra: cè un malessere sociale che questo primo anno di governo non ha risolto».
Titti Di Salvo, capogruppo alla Camera di Sinistra democratica, è molto netta: «L'azione del governo non ha ancora risposto ai bisogni materiali di giustizia sociale certificati dall'Istat. La discussione sul tesoretto e alcune esternazioni sull'età pensionabile appaiono come una sottovalutazione di quei problemi. Nella Finanziaria ci sono stati dei segnali e anche sulla lotta all'evasione fiscale e al lavoro nero, ma bisogna andare avanti. Sulle pensioni bisogna dare dei segnali chiari: eliminare lo scalone e rivedere i coefficienti».
Cè chi dice che il voto al Nord derivi soprattutto da una delusione dei ceti produttivi.
«Cè una somma di richieste di rappresentanza che non si ritengono accolte. Io credo che il governo di centrosinistra dovrebbe ascoltare le richieste di chi vive in condizioni difficili, a partire dai precari: sarebbe coerente col programma dellUnione».
È stato un voto contro il governo?
«È sbagliato tradurre automaticamente il voto amministrativo in un giudizio sul governo. Ma sarebbe miope non vedere come le due cose si influenzano. C'è un astensionismo che ha penalizzato il centrosinistra e che nasce anche da una distanza tra la politica e le persone. Poi ha pesato la discussione sul contratto degli statali: abbiamo dato l'impressione di un governo in difficoltà nel fare un atto normale».
C'è un problema di leadership nella maggioranza?
«Cè un modo per uscire dalle difficoltà: stare al programma, che non è usurato e incrocia le esigenze reali di un Paese che non è ancora uscito da 5 anni di declino berlusconiano».
Sembra che voi siate soddisfatti delle difficoltà dell'Ulivo. Eppure in moltissime liste eravate insieme...
«A Taranto no e abbiamo avuto un risultato lusinghiero. Le prove migliori il centrosinistra le ha realizzate dove c’erano candidati sindaco con un profilo nettamente di sinistra».
Mussi parla di una debacle per il Pd. Ma alle elezioni non cera ancora...
«Non in quanto tale, ma le liste dell'Ulivo preludono a questa scelta. Non si può non vedere che gli elettori non l'hanno premiata. Il dato è omogeneo: in tutta Italia l'Ulivo ha avuto una riduzione consistente».
Anche Rifondazione non è andata benissimo...
«Mi pare che i risultati migliori li abbia quando sostiene candidati unitari della sinistra. E poi il sostegno leale al governo può essere stato pagato in termini elettorali.

INTERVISTA A FABIO MUSSI

Intervista a Fabio Mussi pubblicata su La Stampa il 31 maggio 2007

RIMPASTO SUBITO, DIMEZZARE I MINISTRI
di Riccardo Barenghi

«E' una sconfitta elettorale brutta e seria, un colpo durissimo per tutta l'Unione e il governo. Al Nord e non solo al Nord. Bisogna reagire subito, reagire con un colpo di reni».
Mussi, ministro dell'Università e Ricerca, nonché leader della Sinistra democratica che ha appena abbandonato i Ds, non fa sconti.
E quale sarebbe il colpo di reni?
«Non possiamo stare fermi sulle gambe come il pugile che ha appena preso un cazzotto in faccia. Dobbiamo muoverci. E allora io chiedo un'immediata riunione di tutta l'Unione, insomma un vertice di maggioranza che lanci un forte messaggio al Paese».
Di messaggi ne parlano tutti i leader tutti i giorni, il suo quale sarebbe?
«Il mio è molto, molto concreto. propongo una ristrutturazione del governo, un vero e proprio rimpasto. Ma con l'obiettivo di ridurre drasticamente il numero di ministri e sottosegretari. Una pletora da vergognarsi mentre in Francia Sarkozy ha formato un esecutivo di 15 ministri, con dentro sette donne. Questo è il modello che dobbiamo seguire. Ma subito».
E lei sarebbe disposto a lasciare il suo ministero?

«Assolutamente sì, sono a disposizione. Il lavoro che faccio mi piace, ma bisogna che ognuno di noi si metta in gioco se vogliamo reagire».
E questo sul piano dell'immagine, invece sulla sostanza politica cosa cambierebbe?
«Intanto si tratta di un'immagine piuttosto sostanziosa. In ogni caso, mi pare che il governo abbia i motori fermi, trova grandi difficoltà a tenere aperto il dialogo con la società, a sollevare consensi e energie. Penso allora che dovremmo cambiare radicalmente la linea di politica economica e sociale. Contrastando la povertà, sostenendo il lavoro in tutte le sue forme (gli operai hanno salari da fame e i giovani sono tutti precari, ancor di più le donne), spingere sull'innovazione, cioè scuola, ricerca, tecnologia, e riformare la politica, dai suoi costi alla legge elettorale».
Lei parla di cambiamento radicale della politica economica, in altre parole il ministro Padoa-Schioppa deve lasciare?
«Io penso che lui abbia fatto un eccellente lavoro per risanare il bilancio del Paese, è la cosa migliore del nostro governo. Ma non si può restare piantati a custodire il tesoretto, è un esercizio deprimente. Il bilancio risanato non è un feticcio che sta lì e tutti lo guardiamo incantati. Serve a fare altro, aiutare il lavoro, l'impresa, risarcire chi ha di meno, investire sulla formazione... Dopo di che io non faccio questioni di uomini e di nomi, parlo di scelte politiche da compiere. E che devono essere molto diverse da quelle compiute finora».
A proposito di scelte e di uomini, il premier Prodi nell'intervista di ieri a «Repubblica» accusa gli alleati di non lasciarlo governare e avverte: o decido io o me ne vado.
«Questa sua sfida agli alleati mi turba. Il braccio di ferro non mi pare fertile, piuttosto cerchiamo di ritrovare una coesione ridefinendo il Programma, il Progetto che oggi non sono affatto chiari. Io non so chi abbia impedito a Prodi di decidere, ma penso che per evitare mille voci che si sovrappongono dopo aver preso le decisioni, ne occorrono cento che parlino prima di prenderle, le decisioni. Non esistono governi monocolore a voce unica, neanche negli Stati Uniti. Governare significa comunque governare il pluralismo».
A proposito di pluralismo, lei e i suoi compagni ex diessini, abbandonata l'avventura del Partito democratico, avete già stampato 150 mila tessere della vostra Sinistra democratica. Dica la verità: volete fare un altro partito?
«Premetto che i risultati elettorali ci danno ragione, il nascente Partito democratico proprio non attira. Anzi perde. Ma a me un altro Partito proprio non interessa, vogliamo misurare la nostra forza - e i primi segnali, anche elettorali, sono piuttosto incoraggianti - con l'obiettivo di unire la sinistra radicale. Il vertice di domani (oggi, ndr) con Giordano, Pecoraro Scanio e Diliberto serve intanto a mettere giù un'agenda di questioni, soprattutto sociali, sulle quali muoversi uniti. Ma il mio progetto è di arrivare a un'aggregazione di queste forze e di altre, penso anche ai socialisti di Boselli, che possa presentarsi insieme agli elettori già alle amministrative dell'anno prossimo».