martedì 19 giugno 2007

Il battesimo pugliese di Sinistra democratica


Venti comitati e Cgil organica, il battesimo pugliese di Sinistra democratica
da
Il Corriere del Mezzogiorno

BARI — «Nasce in Puglia Sinistra democratica per il socialismo europeo». Questo annunciava ieri, a Bari, il manifesto alle spalle delle deputate Fulvia Bandoli e Alba Sasso, del consigliere regionale Michele Ventricelli e di Gigi Spedicato che hanno ufficializzato così la nascita in regione del movimento legato a Fabio Mussi con una chiamata alle armi all'hotel Excelsior. Inevitabile partire dal successo elettorale di Taranto, laboratorio della sinistra sul piano nazionale e associarlo, come ha fatto Fulvia Bandoli, a quello di L'Aquila e Gela dove «i candidati caratterizzati da battaglie chiare e riconoscibili a sinistra hanno vinto, mentre i partiti di governo hanno perso perchè non hanno ascoltato il messaggio degli elettori che era chiaro: così non funziona più».
La Puglia è una delle regioni più interessate al nuovo movimento di sinistra nato dopo l'ultimo congresso Ds dalla costola di riottosi al Pd. In almeno una ventina di Comuni sono già nati i primi comitati, ieri nelle prime file c'erano anche pezzi di società civile (Arturo Cucciolla e Nicola Colaianni) e pezzi della Cgil ormai organici al movimento come il segretario regionale, Mimmo Pantaleo. E poi una sala piena di consiglieri e semplici simpatizzanti. E fra il pubblico anche degli osservatori attenti al disegno di riunificazione della sinistra come il segretario regionale di Rifondazione, Nicola Fratoianni, e il responsabile enti locali del Pdci, Franco De Mario. Sia a Fratoianni che a Bandoli non è sfuggito domenica il riferimento di Fausto Bertinotti, presidente della Camera e leader di Rifondazione, alla vecchia Fiera di Roma, sulla necessità di metter subito in cantiere la costruzione tutti insieme della «Cosa Rossa» pena l'esistenza stessa della sinistra: «Dobbiamo inventare il socialismo del XXI secolo». E il ruolo che Sinistra democratica si è data in questo scenario è proprio quello di«adoperarsi per riunificare la sinistra». Una sinistra non antagonista al Pd, «ma competitiva», spiega Bandoli, mentre Fratoianni la segue con cenni del capo. La Puglia, con Rifondazione alla guida della Regione, d'altra parte, potrebbe essere ancora una volta laboratorio nazionale, il «patto del loggione» ne è una riprova. Sarebbe sbagliato, però, pensare di limitarsi alla sola somma dei partiti che sono rimasti fuori dal Pd, l'obiettivo è raggiungere «il 15%». E, allora, l'unico sistema è ritornare fra la gente, riattivare quel collante con associazioni, movimenti, cittadini che sembra essersi ormai del tutto rinsecchito e che si chiama partecipazione («non si possono tenere i cittadini in freezer fra una primaria e l'altra»). E quando il Pd sarà decollato, ne è certa Bandoli, «molte altre forze interne si staccheranno da quello che Follini chiama la Democrazia cristiana di sinistra ». Il Partito democratico «ha l'effetto di un terremoto - ha continuato - non si può pensare che tutto intorno resti uguale, scomparendo il più grande partito della sinistra si crea un vuoto che sarà riempito con un soggetto altrettanto grande». Il punto più complicato restano le gerarchie dei partiti. «Un mio grande maestro, Pietro Ingrao, mi ha fatto un bello shampoo giorni fa, mi ha detto: cosa aspettate a mettervi insieme, tutti devono capire che occorre un gesto generoso dei gruppi dirigenti», ha riferito Bandoli. D'altra parte qualcuno avrebbe mai detto, fino a ieri, che Bertinotti avrebbe aperto una riflessione sul socialismo e Boselli avrebbe ragionato di futuro con la sinistra radicale?


L. Sar.

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