lunedì 4 giugno 2007

La confederazione a sinistra? Un errore

Cosimo Tamiano, 08 maggio 2007

Dibattito a sinistra. E' divenuta matura "l'esigenza di lavorare con pazienza e tenacia alla formazione di un grande partito unico del movimento operaio" così come auspicava alla fine del 1964 Giorgio Amendola.

Dopo i congressi dei D.S. e della Margherita che hanno ratificato il loro scioglimento, avviando la nascita del Partito democratico di ispirazione liberaldemocratica, la fuoriuscita dai D.S. della sinistra interna rappresentata da Angius, Mussi e Salvi, muta notevolmente la geografia nell'ambito dell'arcipelago della sinistra italiana.
Alla luce di questi ultimi eventi, è - a mio parere - divenuta matura "l'esigenza di lavorare con pazienza e tenacia alla formazione di un grande partito unico del movimento operaio" così come auspicava alla fine del 1964 Giorgio Amendola.

Nonostante i grandi mutamenti verificatisi in Italia, in Europa e nel mondo dalla sua scomparsa 27 anni addietro, i suoi insegnamenti sia sul piano etico che politico sono ancora oggi validissimi.
Certo, Giorgio Amendola era sicuramente una personalità complessa e i suoi comportamenti politici e culturali vanno studiati e analizzati in parallelo al periodo storico in cui visse. Tuttavia, ritengo che il suo progetto, è oggi l'unico strumento possibile da realizzare affinché la sinistra italiana possa guardare avanti nel corso del terzo millennio, ponendo fine alle perenni divisioni che l'hanno contraddistinta dalle altre sinistre europee e del mondo.
Occorre fare presto, l'occasione non permette perdite di tempo, evitando ovviamente tatticismi.
C'è chi propone "l'unità della sinistra senza aggettivi", costituendo una "Confederazione", in modo tale che "ognuna di queste forze continui a mantenere la propria identità".
Cosa vuol dire, che occorre continuare a mantenere i propri partitini, gruppi o frazioni identitarie ancora in vita nella Confederazione? CONTINUA

Nessun commento: