sabato 2 giugno 2007

"Quando il Credo fa crediti" di Alba Sasso

Alba Sasso, 01 giugno 2007

La recente sentenza del Consiglio di Stato ha stabilito che l'ora di religione concorrerà alla determinazione del credito per l'ammissione agli esami di maturità. Una scelta che mette in discussione la laicità delle istituzioni


Ormai la ribalta è tutta loro: delle gerarchie ecclesiastiche entrate a gamba tesa nell'attività politica diretta. A voler determinare scelte politiche appunto, comportamenti sociali e persino modelli di vita. Non sorprende dunque che si vogliano mettere in discussione alcune certezze acquisite sulla laicità della scuola.

Tra i vari segnali, c'è anche una notizia che potrebbe apparire minimale, in fin dei conti secondaria: la valutazione dell'ora di religione concorrerà alla determinazione del credito per l'ammissione agli esami di Stato. Ma andiamo con ordine e ricostruiamo in sintesi i fatti.

I punti 13 e 14 dell'articolo 8 dell'ordinanza ministeriale in materia di istruzioni e modalità per lo svolgimento degli esami di Stato specificavano, per l'appunto, che "i docenti che svolgono l'insegnamento della religione cattolica partecipano a pieno titolo alle deliberazioni del consiglio di classe concernenti l'attribuzione del credito scolastico". Contro una simile impostazione c'è stato un ricorso promosso dal Cidi, dal Comitato scuola e Costituzione, dalla Tavola valdese e da altre associazioni. Su questo ricorso si è poi espresso il Tar del Lazio, che con un pronunciamento del 23 maggio ha sospeso proprio i punti prima citati, rilevando una disparità di trattamento fra gli studenti che si avvalgono dell'insegnamento di religione cattolica e gli studenti che non seguono né l'insegnamento religioso né altre eventuali attività sostitutive. Dopo pochi giorni di nuovo dietrofront. Una velocissima sentenza del Consiglio di Stato ha sospeso l'esecutività dell'ordinanza del Tar del Lazio. La frequenza dell'ora di religione cattolica rientra nell'attribuzione del credito scolastico. CONTINUA

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