sabato 7 aprile 2007

MUSSI SCONTENTA ANCHE I PROMOTORI COME PARISI E SANTAGATA

"Se uno immagina un partito che va da Mussi a Binetti, tutto il resto e' piu' facile". Parte da questa considerazione il candidato della seconda mozione al congresso dei Ds, Fabio Mussi, per immaginare quale sara' il futuro della Sinistra Ds dopo il quarto congresso della Quercia, che si svolgera' a Firenze tra due settimane e sul quale aleggia incombente la scissione. Cosa fara' il ministro dell'Universita', se ne andra' con Rifondazione, o rispondera' al richiamo socialista? "No -esclama poco prima di prendere parte a un dibattito organizzato dalla Fondazione Basso a Roma- se nasce il Partito democratico si apre la necessita' di ricostruire una grande forza di sinistra di ispirazione socialista. Qualunque cosa faccia io, quel processo si inneschera'". "Ci si avvia alla costruzione di un partito che non si sa bene cosa sia. Mi si dice: 'sali sul treno, poi si vedra' dove arriva'. Oltre a questo si aggiunge un processo che ha portato al malessere e all'inquietudine degli stssi ideatori del Pd, perche' se devo giudicare Parisi, Santagata... molti di quelli che furono i promotori dell'idea sono scontenti di come si sta realizzando. Siamo di fronte a una fusione pura e semplice tra Ds e Dl. Una fusione di cui ho dubitato fin dall'inizio e dalla quale dubito ora possa nascere un partito che abbia un futuro. "Dove esistono in Europa partiti democratici? In Francia -ricorda il ministro- c'e' Bayrou ma e' un centrista di matrice gollista. Per il resto, se questa roba non esiste e ci sara' pure una ragione". "Si fa un salto all'indietro - prosegue il leader della seconda mozione al congresso Ds- tanto e' vero che il Manifesto che dovrebbe essere alla base del Pd parla di un partito che deve fare la sintesi tra cristianesimo e illuminismo. Culturalmente e perfino nel linguaggio ci si colloca alla fine del 700. Non mi da affatto fastidio che si faccia un partito con i cattolici, io con i cattolici lavoro benissimo ma non penso che una ispirazione religiossa possa essere alla base della fondazione di un partito. Il Pci aveva fior di cattolici al proprio interno. Io parlo della 'base costitutiva cattolica' che e' nel Manifesto e che dubito possa essere la base della costruzione di un partito moderno. Cristianesimo e illuminismo... il problema -osserva ancora Mussi- e' che esiste la conferenza episcopale, non esiste la conferenza illuminista". "Un partito nuovo -conclude Mussi- deve avere una forte costituzione laica, la laicita' non e' l'antireligione, e' lo spazio di liberta' per tutti. La liberta' religiosa e' garantita quando lo Stato e' laico e, dunque, quando anche la costituzione di partiti politici e' laica. Allora tutti sono garantiti, a partire dalla Chiesa".

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