martedì 24 luglio 2007

Tutto quello che usura

Stefano Olivieri , 23 luglio 2007


La riflessione. Il timore è che non basti fare un elenco dei lavori che stancano, bisognerebbe cominciare a pensare a una serie di tutele per rendere più facile la vita dei lavoratori, che sono anche altro, ad esempio pendolari e padri e madri di famiglia.

Così alla fine si è arrivati all'accordo sulle pensioni. Che come nella migliore tradizione italica non ha accontentato tutti, dal momento che la coperta era già corta prima ancora che governo e sindacati si sedessero al tavolo della concertazione. E in questa vertenza, al di là dei risultati acquisiti, forse è stata proprio la decisione di ambedue di tornare finalmente a confrontarsi sul welfare la novità di maggior rilievo dopo il quinquennio di Berlusconi. L'ossessione dello scalone imposto da Maroni è comunque alle spalle, ci sarà ora da stabilire con esattezza - e speriamo con giustizia - come armonizzare gli "scalini" appena creati con le esigenze e i diritti dei cittadini lavoratori ma insomma il pericolo che il governo naufragasse su questo ostacolo è stato, almeno per il momento, evitato.
Oltre che di scalone, scalini e quote si è discusso anche dei lavori usuranti. Un tema che ogni tanto risorge come l'araba fenice in occasione delle riforme delle pensioni, per poi essere puntualmente accantonato e dimenticato fino alla vertenza successiva. Motivo per cui l'elenco dei lavoratori "aspiranti" alla tristissima etichetta di usurati è nel frattempo ormai diventato chilometrico, ognuno ci aggiunge del suo e l'argomento scade facilmente di sostanza e di tono, derubricato a qualche battuta velenosa fra destra e sinistra e fra governo e sindacati dei lavoratori. Quando invece sarebbe opportuno prendere di petto l'argomento una volta per tutte, risalendo alle fonti di questa usura e non contemplandone soltanto le tristi conseguenze.Continua...

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