giovedì 26 luglio 2007

Il governo riapra il confronto con la CGIL

Carla Ronga, 25 luglio 2007

"È un errore fare somme algebriche dei problemi per dimostrare che non si può ridiscutere. Ci sono questioni che riguardano sensibilità e convinzioni profonde, a volte principi e questi vanno compresi e rispettati". Alfiero Grandi, sottosegretario all'Economia, interviene nel merito del pacchetto welfare e sulla rottura tra CGIL e governo.

Uno sgarbo che la Cgil non può far passare sotto silenzio. E' questa la dura presa di posizione di Guglielmo Epifani di fronte al protocollo sul welfare frutto di un triste "gioco delle tre carte": il testo presentato dal governo alle parti sociali non è lo stesso testo che era stato concordato in precedenza. E' lo schiaffo istituzionalizzato al principale sindacato italiano, segna l'inizio di una nuova stagione tra CGIL e Governo di centrosinistra. La concertazione, così come l'abbiamo conosciuta, è finita. Ne parliamo con Alfiero Grandi, sottosegretario all' Economia e dirigente di Sinistra democratica.
Alfiero, nella tua veste istituzionale sei parte del governo dell'Unione, qual è l'atteggiamento che ti aspetti dall'esecutivo in questa difficile fase?
Se la CGIL è insoddisfatta e critica punti dell'intesa e per di più solleva il problema di uno sgarbo subito, consiglio - personalmente - di rispondere con attenzione a questo disagio, senza blindature del tutto inopportune del testo dell'intesa. Se altre organizzazioni sindacali o imprenditoriali avessero tratto analoghe conclusioni non avremmo certo potuto ignorarle. Per questo considerare il testo non modificabile, come mi sembra dire Bersani, mi sembra un errore.
Che la delegazione di Governo pensi di avere agito al meglio è comprensibile, ma il disagio di un'organizzazione come la CGIL non è una questione marginale e non deve essere sottovalutata e il Governo farebbe bene ad di aprirsi per capirne le ragioni. Del resto aprirsi, capire, venire incontro sono indici di forza, non di debolezza. CONTINUA...

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