Il Manifesto del 12 luglio 2007 ha ospitato questa riflessione dei parlamentari Sd in risposta alla lettera di Veltroni sul patto generazionale
Caro Veltroni su un punto siamo d'accordo: tra i deboli oggi, in Italia, ci sono i giovani. Fanno lavori precari e mal pagati, hanno difficoltà ad uscire dal guscio familiare, non hanno diritto alla casa: in una parola non sono liberi di scegliere un bel niente. La questione generazionale è nel cuore della questione sociale. Se questo è vero, la domanda che vogliamo farti è semplice: perché la scelta decisiva sarebbe chiedere una svolta radicale al sindacatohttp://www.blogger.com/img/gl.link.gif, come fai tu? Risiede forse in Corso Italia, come pensano i giovani arditi del PD, il tappo che chiude i giovani italiani in un angolo e li fa patire più dei loro coetanei europei? A noi sembra evidente che la madre di tutti i problemi sta nella precarietà. La precarietà c'è già, non è solo un rischio, come pensi tu. È lì che nasce la fatica di campare ed essere autonomi delle ragazze e dei ragazzi italiani. E non è il sindacato il colpevole di tutto questo. Non è solo colpa della globalizzazione o della tecnologia: ma di leggi e scelte che sono figlie dell'idea che bisogna risparmiare sul lavoro, invece di investire nella qualità. Forse il primo a cui inviare una lettera è proprio il mondo dell'impresa. E il secondo è il centrosinistra, che ha potuto stabilizzare 20 mila giovani dei call center solo perché una legge, l'ultima finanziaria, l'ha consentito ma non può fare molto di più se non si decide a cambiare davvero la legge 30. CONTINUA...
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