mercoledì 8 agosto 2007

La casa, un diritto consegnato al mercato privato

Bruno Pastorino, 06 agosto 2007

Questo intervento è a commento di due recenti studi sul disagio abitativo svolti da Bankitalia e dalla Cresme su commissione dell'Anci.Oggi, a quasi dieci anni dalla 431, nelle aree metropolitane gli sfratti sono tornati a galoppare ad un ritmo pari a quello anteriore alla legge e con un balzo in avanti della morosità, transitata dal 20 all'80%.

Due ricerche autorevoli e recenti di Bankitalia e del Cresme ci consegnano una nitida fotografia del disagio abitativo nel nostro Paese.
Un quinto della popolazione residente destinerebbe oggi all'alloggio oltre il 30% del suo reddito (una cifra oltre la quale, generalmente, gli istituti di credito sono restii a concedere finanziamenti) e tale condizione non sarebbe per nulla destinata a migliorare nel breve periodo. Al contrario, per la prima volta, il disagio abitativo non sarebbe più esclusivo appannaggio di chi vive in affitto, cominciando a riguardare anche chi, negli scorsi anni, attratto da mutui che coprivano tutto l'investimento necessario, ha acquistato la casa che occupa. Inoltre, il trend demografico del nostro Paese esporrebbe alla minaccia del disagio abitativo anche ulteriori quote di popolazione, a partire dai cosiddetti nuclei uni personali per i quali le spese di alloggio raggiungono addirittura l'insostenibile limite del 40% del reddito.
Occorrerebbero nuove politiche attive sulla casa. Però, dopo che il Tavolo di concertazione sulle politiche abitative del maggio scorso aveva fatto sperare su un rinnovato impegno del Governo, il recente Dpef pare lasciare tutto inalterato. Eppure è la stessa Bankitalia a ricordare che a fronte di una spesa sociale tendenzialmente allineata a quella europea, il capitolo destinato alla casa è solo dello 0,1% contro il 2,1 dell'U.E. Continua...

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